“DigitalMente”, rubrica settimanale che ogni venerdì prova a fornire spunti e appunti su digitale e dintorni, per riflettere a tutto campo su innovazione e digitale. Oggi abbiamo scelto di parlare di advertising online.
FCP – Federazione Concessionarie Pubblicità – ha reso disponibili i dati relativi agli investimenti pubblicitari online nei primi undici mesi dell’anno. Ne abbiamo ricostruito il trend dal 2018 al 2022.
Rispetto al 2021 la flessione è del 3.6%, ma i valori restano comunque ben al di sopra di quelli precedenti la pandemia. Questo nonostante, come sappiamo, i dati di FCP non siano comprensivi degli investimenti in pay-per click e sui social.
Quello che colpisce è l’incidenza degli investimenti per device. Infatti, mentre Audiweb riporta che la fruizione di Internet da mobile è stabile al 91% della popolazione tra i 18 e i 74 anni, online in mobilità per 62 ore e 52 minuti, contro il 48% da PC per 13 ore e 53 minuti, gli investimenti riportati da FCP mostrano che PC e tablet, con quest’ultimo che pesa pochissimo come sappiamo, continuano a pesare circa il 60% del totale.
È vero che analisi in termini di device, relative al periodo gennaio-novembre 2022, confermano la crescita degli smartphone [+ 0.6%] e il decremento del comparto “desktop/tablet” [- 6.1%], ma comunque la distanza tra i comportamenti delle persone e l’allocazione degli investimenti pubblicitari online “tradizionali” [banner, classified, etc…] è davvero sorprendente.
C’è qualcosa che ci sfugge? Oppure dobbiamo pensare che vi sia una netta prevalenza di aziende/brand che continua ad acquistare l’adv online un tanto al chilo?
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