DigitalMente

“DigitalMente”, rubrica settimanale che ogni venerdì prova a fornire spunti e appunti su digitale e dintorni, per riflettere a tutto campo su innovazione e digitale. Oggi abbiamo scelto di parlare di video digital e social.

All’inizio di questa settimana abbiamo pubblicato i dati sul calo degli ascolti televisivi nel nostro Paese, mentre invece i contenuti video su Internet, e i relativi investimenti pubblicitari, “volano“.

Ad ampliare la visione sul fenomeno arriva ora il report di Activate, “Tech & Media Outlook 2023”, che prevede le tendenze chiave e presenta gli approfondimenti più importanti nei settori della tecnologia e dei media per l’anno a venire. Tra i vari segmenti e mercati analizzati dal report abbiamo scelto, appunto, quello relativo ai video.

Nel complesso, a livello globale, il tempo che le persone dedicano alla visione di contenuti video tende a rimanere stabile. Da 5 ore e 17 minuti nel 2021 a 5 ore e 14 minuti nel 2026. Però mentre la TV tradizionale passerà da 2 ore e 47 minuti nel 2021 a 2 ore e 11 minuti nel 2026, i video online passeranno da 2 ore e 29 minuti nel 2021 a 3 ore e 4 minuti nel 2026.

La maggior parte delle piattaforme di streaming video, sia a pagamento che gratuite [con pubblicità], fondano la loro crescita a livello internazionale. Ad esempio, Activate prevede che Netflix passerà dagli attuali 228 milioni di abbonati a 269 milioni nel 2026. Di questi il 74% al di fuori degli Stati Uniti, contro il 71% attuale. Dinamica ancor più accentuata per altre piattaforme, a partire da Disney+.

Le serie e i film originali prodotti dalle piattaforme di streaming video saranno alla base della crescita. Crescita che, ora che le principali piattaforme hanno scalato il mercato, sarà caratterizzata da un lato dall’aumento dei prezzi per monetizzare. E, dall’altro lato, monetizzazione che passa, e passerà sempre più, attraverso l’offerta di pacchetti [Disney+ e Hulu e ESPN] e, come già sta avvenendo, a prezzi ridotti per gli abbonamenti che però includono la visione di annunci pubblicitari.

La crescita dei video online non passa però solamente dalle piattaforme di streaming video. Activate prevede che il consumo di video sui social passerà da 43 minuti nel 2021 a poco meno di un’ora nel 2026. La parte del leone la fanno YouTube e TikTok. Mentre il ruolo di Instagram [e Facebook] con i reels sarà relativamente meno importante.

E, secondo i dati di eMarketer, circa l’80% degli utenti di Internet nell’Europa occidentale guarda video digitali almeno una volta al mese. Nel 2025, quel pubblico saranno più di 300 milioni.

Consumo di video sui social che sta portando anche a forme e formati pubblicitari innovativi. TikTok, ad esempio, che non a caso proprio in questi giorni ha annunciato la propria partnership con GSMA, la più grande organizzazione che supporta l’ecosistema mobile globale e rappresenta sotto un unico ombrello operatori di telefonia mobile, produttori di dispositivi, società di software e organizzazioni Internet, insieme a settori industriali adiacenti, sta diventando sempre più [come Amazon nell’e-commerce] un motore di ricerca con i relativi annunci pubblicitari al riguardo, e sta lanciando, come altre piattaforme social, annunci interattivi.

In questo panorama la fanno da padrone gli influencer, o creator che dir si voglia. A luglio 2022 il 91% delle visualizzazioni video su TikTok e YouTube è stata generata da canali degli influencer/creator, contro il 5% dei media “classici”. Per Instagram il peso è stato dell’83% e per Facebook “solamente” il 60%.

Al riguardo c’è chi ipotizza che vi sia disaffezione dalla tipologia di interfaccia della tv lineare, ma anche disaffezione dalla sua tipologia di connessione. Ergo i giovani non hanno l’antenna in casa. Di fatto, in Italia, stando al 55° Rapporto Censis 2021 la TV digitale terrestre ha una penetrazione del 87.9% rispetto al 41.9% della TV via Internet e al 41.6% della TV satellitare, mentre la TV da mobile si attesta al 33.4%. Il consumo della TV “tradizionale” [digitale terrestre] cala di 5.2 punti percentuali dal 2007 al 2021. In compenso cresce di 14.3 punti percentuali quello della TV satellitare, e di 31.9 punti percentuali quello delle TV via Internet [Web TV, smart TV…etc.]. La mobile TV, ovvero la fruizione della televisione da dispositivi mobili, cresce addirittura di 32.4 punti percentuali.

Insomma, se, come cantavano i Buggles nella loro celebre canzone, Video Killed the Radio Star, ora parrebbe davvero che i video online, e in particolare sui social, potrebbero “ammazzare” la TV tradizionale.

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