DigitalMente

“DigitalMente”, rubrica settimanale che ogni venerdì prova a fornire spunti e appunti su digitale e dintorni, per riflettere a tutto campo su innovazione e digitale. Oggi abbiamo scelto di parlare dell’engagement generato dalla  fanpage dei principali partiti politici.

Dopo aver analizzato le interazioni dei leader politici, abbiamo realizzato una desk research su quanto le persone interagiscono con i contenuti proposti sulle pagine Facebook dei principali partiti del nostro Paese. I dati sono dal 21 luglio, giorno della caduta del Governo Draghi, al 23 ottobre, giorno nel quale Giorgia Meloni ha fatto il passaggio di consegne con Draghi.

Il primo elemento che colpisce è l’enorme differenza tra il coinvolgimento generato dai diversi leader politici e quello delle pagine ufficiali dei loro partiti. È l’evidenza si quanto i capi di partito catalizzino l’attenzione su di loro arrivando a coprire con la loro immagine e la loro comunicazione quella del proprio partito. Aspetto che concorre a fra sì che negli ultimi anni vi sia una forte volatilità del voto.

Il Movimento 5 Stelle è il partito che nel periodo preso in considerazione ha generato il maggior coinvolgimento con un totale di oltre 2,8 milioni di interazioni[like + reaction + commenti e condivisioni]. Segue Fratelli d’Italia, con circa 2 milioni, e la Lega con più di 1,9 milioni.

È interessante notare come il Partito Democratico, che su Facebook ha circa 80mila follower in meno di FdI, generi circa 800mila interazioni in meno di quelle del partito della Meloni. Del resto in questa tornata elettorale la comunicazione del PD decisamente non ha brillato, anzi.

Il Movimento 5 Stelle è anche il partito che, fatto 100 il totale delle interazioni, ha la maggior quota di condivisioni. Il 15% del totale interazioni. Il post maggiormente condiviso [10.439 condivisioni]è un video che ottiene 155.300 visualizzazioni che salgono a 242 mila in funzione delle condivisioni delle persone.

Lo segue Italia Viva con il 9%. Così come per il suo leader, Renzi, che altrettanto era la secondo posto, dietro a Conte, per incidenza delle condivisioni. È un dato “anomalo”. Verrebbe da pensare che o vi sia un sistema ideato ad hoc, oppure una fanbase di fedelissimi. Qualcuno propende per la prima ipotesi.

Come sottolineavamo in precedenza, le condivisioni, oltre naturalmente ad aumentare la portata del messaggio e dunque ad amplificare lo stesso, come dimostra, se necessario, “il caso” del video del leader del M5S, che ottiene più di 507mila visualizzazioni, che salgono ad un  totale di più di 752mila views grazie proprio alle condivisioni, sono naturalmente sinonimo, appunto, di condivisione da parte della persona. E creano fiducia nel messaggio grazie alla comunicazione tra pari, da sempre il miglior veicolo nella comunicazione.

L’infografica sottostante fornisce il dettaglio del totale delle interazioni, e il di cui delle condivisioni, per ciascuno dei sette partiti politici presi in esame.

[clicca per ingrandire]

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