Gli Editori NON Pagano il Contributo Dovuto a AGCOM

Alla fine della scorsa settimana, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni [AGCOM] ha pubblicato una lista di editori ai quali ha intimato il pagamento del contributo dovuto.

Per chi fosse a digiuno sulla questione, ricordiamo che l’art. 1, comma 65, della legge n. 266 del 2005, stabilisce che, a decorrere dall’anno 2007, le spese di funzionamento dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni “sono finanziate dal mercato di competenza, per la parte non coperta da finanziamento a carico del bilancio dello Stato, secondo modalità previste dalla normativa vigente ed entità di contribuzione determinate con propria deliberazione da ciascuna Autorità, nel rispetto dei limiti massimi previsti per legge, versate direttamente all’Autorità”. E che, in base all’art. 1, comma 66, della citata legge n. 266 del 2005, che fissa in sede di prima applicazione, per l’anno 2006, “l’entità della contribuzione in misura pari all’1,5 per mille dei ricavi risultanti dall’ultimo bilancio approvato prima della data di entrata in vigore della presente legge”.

Ciò premesso, al netto degli interessi di mora, in totale ammonta a più di 110mila euro la somma che AGCOM intima agli editori di pagare. Di questi sono in particolare due soggetti a dovere i maggior importi all’Autorità.

Il primo, e principale, è Corriere dello Sport ­­­S.r.l., editore di Corriere dello Sport-Stadio e di Tuttosport, di proprietà di Roberto Amodei, che ne ha ereditato il 99% dal padre, e che oltre ai due quotidiani sportivi è proprietario di “Guerin Sportivo”, periodici di auto e moto della Conti Editore e le testate “Cotto e Mangiato” e “Ulisse”. Il suo debito nei confronti di AGCOM ammonta a più di 53mila euro. Poco meno della metà dei soldi che l’Autorità reclama.

L’altro è il Gruppo Class Editori che per alcune testate di sua proprietà deve all’Autorità più di 35mila euro. Ovvero circa un terzo del totale. Testate di sua proprietà tra le quali peraltro figura anche ItaliaOggi che riceve sostanziosi contributi diretti dallo Stato, nonostante  la sua posizione sia molto border line, diciamo, relativamente alla titolarità di ricevere tali contributi.

Contributi che, per inciso, per quanto riguarda gli anticipi relativi all’anno 2021 erano stati bloccati dal Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria a causa di non meglio specificati problemi alla piattaforma e che ora, dopo la bellezza [si fa per dire] di tre mesi pare funzioni nuovamente. Uno dei tanti successi, si fa per dire, dell’attuale Sottosegretario, Giuseppe Moles, capace soltanto di sperperare denari pubblici durante la sua permanenza, fortunatamente al termine visto l’approssimarsi di elezioni anticipate, poiché né il trend negativo si è invertito, anzi, e neppure è stata prodotta significativa innovazione.

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