La Comunicazione di Palazzo Chigi su Facebook

Dall’aprile 2013, con Presidente del Consiglio Enrico Letta, sino al cosiddetto Conte II, terminato nel febbraio 2021, tutti i Premier del nostro Paese hanno avuto una loro personale presenza social, oltre agli account di Palazzo Chigi, così come avviene in buona parte delle altre nazioni dove i governanti hanno un loro account oltre a quello istituzionale.

È celebre, ad esempio, il tweet di Matteo Renzi, nel gennaio 2014, con #EnricoStaiSereno, che è diventato addirittura un modo di dire e viene utilizzato in scherno ancora oggi,  piuttosto che il “Giuseppi” di Trump, anche questo entrato nel gergo di molti come dispregiativo dell’ex Premier Conte.

Tutto questo con Draghi è finito. Si è parlato molto del fatto che le ex Presidente della BCE non avesse, e non abbia, una propria presenza social affidandosi esclusivamente a quelli istituzionali. Molti l’hanno considerato un fatto positivo, molti altri no. Al fine di intercettare – specialmente nei periodi di emergenza – quella porzione di pubblico che utilizza soltanto i social per informarsi, i soli profili di Palazzo Chigi non possono essere considerati sufficienti, e Draghi si sarebbe trovato ad interpretare meglio il proprio ruolo, riempiendo quei silenzi che l’attuale esecutivo ha manifestato in numerose occasioni a seguito dell’approvazione di provvedimenti mediaticamente rilevanti.

Comunque la si pensi al riguardo questo è il dato di fatto. Ecco che allora abbiamo analizzato la presenza su Facebook, di gran lunga la piattaforma social più utilizzata dagli italiani, anche per informarsi, da parte dell’account di Palazzo Chigi, essendo questo il social attraverso il quale la politica dialoga, o dovrebbe dialogare, con i cittadini.

L’analisi mette a confronto le performance su Facebook di Palazzo Chigi durante il Conte II, da settembre 2019 a febbraio 2021, con quella del Governo Draghi, dal febbraio 2021 sino al giorno delle sue dimissioni, non accettate. Il Conte II è rimasto in carica 527 giorni, mentre quello Draghi, sino al giorno delle dimissioni non accolte, è in carica da 516 giorni. I due periodi sono dunque pressoché identici al fine del confronto.

Ebbene le visualizzazioni dei video, che ripropongono molto spesso gli interventi del Presidente del Consiglio, durante il Conte II sono circa dieci volte superiori a quelle dell’attuale Governo. Il numero di interazioni, e dunque il livello di coinvolgimento generato, è stato di oltre il quintuplo durante la Presidenza del Consiglio di Conte. E infatti il tasso di coinvolgimento giornaliero per numero di follower di Conte è stato più del doppio.

Ed ancora, nei 527 giorni di Conte i follower sono cresciuti di quasi 687mila soggetti. Nei 516 giorni di Draghi di meno di 60mila. Un decimo.

Inoltre, osservando lo spaccato delle “reaction”, nonostante durante la presidenza di Conte il nostro Paese abbia vissuto la fase più acuta della pandemia, le manifestazioni di rabbia sono state il 2.17%. Ora con Draghi sono il 4.20%. Circa il doppio, mentre invece gli abbracci di solidarietà ora con Draghi sono la metà.

Anche le manifestazioni di “amore” erano attorno al 6% per il Governo di Conte, mentre scendono al 2.57% per Draghi. Meno della metà anche in questo caso. Al contrario le manifestazioni di scherno [faccina che sghignazza] attualmente pesano il 2.88% mentre con Conte al governo si attestavano a meno dell’1%.

Tutte evidenze di quanto poco, e male, abbia funzionato, sin qui, la comunicazione istituzionale di Draghi, come [di]mostra l’infografica sottostante con il dettaglio dei dati emergenti dalla nostra analisi. Appare chiaro che lo “stile austero” funziona da banchiere, forse, ma certamente non  da Presidente del Consiglio.

[clicca per ingrandire]

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