“DigitalMente”, rubrica settimanale che ogni venerdì prova a fornire spunti e appunti su digitale e dintorni, per riflettere a tutto campo su innovazione e digitale. Oggi abbiamo scelto di parlare del leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte.
Visto lo storytelling dei media sulla crisi di governo, abbiamo analizzato le conversazioni online [social + news online + blog e forum] relative a Conte negli ultimi trenta giorni.
Sono state più di 466mila le citazioni online, da parte di quasi 32mila autori unici, i cui risultati hanno coinvolto [like + reaction + commenti e condivisioni] oltre 3,6 milioni di persone. Il picco massimo si è avuto ieri, 14 luglio, con poco meno di 50mila citazioni nelle 24 ore.
Volume di conversazioni che ha generato una portata potenziale, la cosiddetta “opportunity to be seen”, di 461,2 miliardi di impression. Portata potenziale che stimiamo ragionevolmente corrispondere ad una portata effettiva di 23,1 miliardi di visualizzazioni, al lordo delle duplicazioni.
C’è una netta prevalenza di sentiment negativo, di emozioni negative correlate alle verbalizzazioni online relative al leader del M5S. Ma tale negatività è solo in minima parte contro Conte, riferendosi invece a Di Maio, al premier Draghi, i cui consensi sono molto lontani da quelli dell’inizio della sua investitura a Premier, e ai leader politici del centro-destra, inclusi Calenda e Renzi, che in questo periodo non si sono risparmiati “colpi bassi” e speculazioni pour cause nei confronti di Conte.
Evidenza che emerge sia dalla word cloud per sentiment che dalla tag cloud dei 100 hashtag maggiormente associati alle conversazioni online sul tema ricca di hashtag eloquenti, come mostra l’infografica di sintesi dei risultati della nostra analisi. Sentiment confermato ulteriormente, se necessario, dai tre top post per engagement con sentiment negativo che sono tutti relativi a notizie e commenti favorevoli all’ex Presidente del Consiglio.
Insomma, se i media, con le dovute eccezioni del caso, sono apertamente schierati contro Conte e il M5S, in Rete le cose sono viste da una prospettiva ben diversa. Non a caso dall’edizione 2022 del “Digital News Report”, il rapporto annuale più atteso dagli addetti ai lavori, e più completo, sullo stato dell’informazione, emergeva con chiarezza un quadro di sfiducia degli italiani nei confronti dei media e di accesa critica per le fonti d’informazione.
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