“DigitalMente”, rubrica settimanale che ogni venerdì prova a fornire spunti e appunti su digitale e dintorni, per riflettere a tutto campo su innovazione e digitale. Oggi abbiamo scelto di parlare del Festival Internazionale del Giornalismo in corso in questi giorni, e in particolare delle conversazioni online relative all’hashtag ufficiale della manifestazione: #IJF22.
Nomina sunt consequentia rerum. I nomi sono conseguenti alle cose, dicevano i latini con la frase nota per la citazione che ne fa Dante. E infatti il Festival Internazionale del Giornalismo è davvero internazionale, non solo per gli oltre 600 speaker provenienti da tutto il mondo per i 240 incontri nelle cinque giornate, ma anche perché online ne parla davvero, quasi, tutto il mondo.
È questo il primo elemento che emerge dall’analisi delle conversazioni online [social + news on line + blog e forum] da noi condotta relativamente a #IJF22, dal giorno prima dell’inizio dell’evento ai primi due giorni della manifestazione.
Molto rilevante la quota di conversazioni online sia da Stati Uniti che India, oltre che naturalmente dall’Italia. Ma anche da Regno Unito, Germania, Belgio e molte altre nazioni ancora.
Leggermente preponderante la quota di persone di sesso maschile tra coloro che hanno partecipato alle conversazioni online sul Festival postando contenuti o interagendo con questi.
Su Facebook i tre post che hanno generato maggior coinvolgimento sono relativi al panel che si terrà sabato 9 con Stella Morris, avvocato e compagna di Julian Assange, al post della padrona di casa, Arianna Ciccone, giustamente entusiasta dopo due anni nei quali a causa della pandemia non si era svolto il festival, e al talk di Roberto Saviano, sempre sabato 9 aprile.
Su Twitter è invece il tweet di Rana Ayyub, giornalista indiana più volte vittima di massicce campagne di odio online che si rallegra del calore dell’accoglienza ricevuta, a creare il maggior engagement. È sempre di un altro indiano, fondatore del “The Wire”, il secondo tweet che ha generato maggior coinvolgimento. Tweet che apre un interessante thread sullo stato dell’informazione in India.
E anche il terzo tweet per engagement è relativo alla situazione in India, con l’European Media Directordi Human Rights Watch che si riferisce proprio a Rana Ayyub e alla sua partecipazione al festival, in dubbio sino all’ultimo per i problemi creati dal governo indiano alla giornalista, che invece, fortunatamente, è già a Perugia e sarà presente in due incontri l’8 e il 9 aprile.
Chi partecipa alle conversazioni online sul festival è giovane, con oltre la metà (50.1%) di età compresa tra 25 e 34 anni, e più di un quinto [21.6%] tra 18 e 24 anni. Conversazioni che, come era naturale attendersi, vedono coinvolti molti addetti ai lavori, giornalisti e autori/scrittori, ma anche imprenditori, direttori e insegnanti, tra gli altri.
Nell’infografica di sintesi dell’analisi condotta anche la word cloud dei termini maggiormente ricorrenti nelle conversazioni online relative a #IJF22, con la questione di Assange e WikiLeaks e la giornalista indiana, opinionista del Washington Post, a tener banco.
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