DigitalMente

“DigitalMente”, rubrica settimanale che ogni Venerdì prova a fornire spunti e appunti su digitale e dintorni, per riflettere a tutto campo su innovazione e digitale. Oggi abbiamo scelto di parlare di Amazon.

Amazon ha annunciato ieri i risultati economico-finanziari per il secondo trimestre conclusosi il 30 giugno 2021. Amazon riporta ricavi nel secondo trimestre di $ 113,08 miliardi. Le vendite nette sono cresciute del 27% su base annua, generando un utile netto di $ 7,8 miliardi.

Gli altri ricavi, che, come segnala Amazon stessa nelle note ai dati del bilancio trimestrale, sono costituiti prevalentemente dalla raccolta pubblicitaria, raggiungono i 7,9 miliardi di dollari. In crescita dell’87.5% rispetto al pari periodo dell’anno precedente, con un peso che arriva al 6.98% del totale ricavi nel trimestre.

Certo, siamo ancora ben distanti dai 50,4 miliardi di ricavi generati dall’advertising per Google nello stesso periodo, ed anche dai 27,1 di Facebook, ma sopra ai 7 di YouTube, e ben al di là di poco più di 1 miliardo di Twitter.

Il fatto di pagare solo per i click, ma non per le visualizzazioni, come Google, ma non come Facebook, dove invece, come sappiamo, è possibile condurre campagne tese a visualizzare un determinato messaggio, costituisce un sicuro vantaggio competitivo, come del resto rimarca Amazon stesso.

Soprattutto è la possibilità di avere messaggi promozionali all’interno della stessa piattaforma nel quale si vendono i propri prodotti che non poteva che essere di grande appeal per le imprese.

Insomma, è chiaro che il “terzo incomodo” nel duopolio Google – Facebook, che controlla buona parte del mercato pubblicitario online, è Amazon. E lo sarà sempre di più.

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