I Risultati di RCS Mediagroup nel 1° Trimestre 2018 – 2021

RCS Mediagroup ha presentato la scorsa settimana i risultati relativi al primo trimestre del 2021. Siamo andati a ritroso sino al primo trimestre 2018 per valutarne la bontà, o meno, di questi.

Un risultato indubbiamente positivo è la forte riduzione dell’indebitamento finanziario che è calato del 17.95% rispetto al pari periodo dell’anno precedente e addirittura di 138,7 milioni di euro [- 73.93%] rispetto al primo trimestre 2018.

Due i fatti rilevanti nel primo trimestre di quest’anno. Il conferimento della raccolta pubblicitaria di RCS a Cairo Communication. E l’acquisto del 45% di m-dis Distribuzione Media S.p.A., portando al 90% la quota di partecipazione di RCS. M-dis è uno dei principali distributori nazionali e distribuisce, ai distributori locali che a loro volta consegnano alle edicole, circa 900 pubblicazioni editoriali di 70 editori diversi.

Al di là di questi elementi, il 1° trimestre 2021 è di luci ed ombre per il gruppo editoriale italo-spagnolo controllato da Cairo. Complessivamente i ricavi del gruppo crescono di 3,1 milioni rispetto al primo trimestre 2020 [+ 1.8%], ma non tutto è oro quel che luccica.

In primis siamo comunque ben distanti dai risultati del 2018 [-19.3%] e del 2019 [-15.4%]. Soprattutto, se si esclude la raccolta pubblicitaria online, è la composizione dei ricavi delle diverse aree di business che non rassicura sul futuro del gruppo editoriale sul quale, tra le altre cose, è piombata la tegola Blackstone che potrebbe costargli 600 milioni di euro.

Infatti, se si escludono i ricavi di m-dis, che ammontano a 7,8 milioni, i ricavi editoriali sono in calo sia per quotidiani e periodici Italia che per Unidad Editorial, la controllata spagnola che detiene, tra gli altri, El Mundo e Marca.

La flessione dei ricavi editoriali dei Quotidiani Italia è pari a -1,4 milioni [-2.4% rispetto ai primi tre mesi 2020]. Calo imputabile principalmente al crollo di vendite de La Gazzetta dello Sport [-3,6 milioni]. Per contro, i ricavi editoriali del Corriere della Sera sono in crescita di 1,4 milioni per l’effetto trainante dei ricavi digitali [+2,7 milioni].

Al riguardo RCS dichiara una customer base digitale totale attiva per il Corriere della Sera pari a circa 328 mila abbonamenti. Erano 302 mila nel 1° trimestre 2020. 26 mila abbonamenti in più, nell’anno del “boom” del digitale, con una fortissima promozionalità da parte del Corriere, non è certo un risultato straordinario, anzi. La crescita a valore è dunque da imputare principalmente ai rinnovi a prezzi maggiorati rispetto alle sottoscrizioni precedenti.

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Calo anche per i ricavi editoriali di Periodici Italia [-0,4 milioni rispetto al primo trimestre del 2020]. E calo pure per i ricavi editoriali di Unidad Editorial rispetto ai tre mesi del 2020, pari a -5,6 milioni [-24.6%].

Insomma, se si esclude l’andamento del Corriere i ricavi editoriali non brillano certo e Unidad Editorial, che aveva causato il buco che determinò la crisi profonda che portò poi dopo una serie di vicissitudini Cairo al controllo del gruppo, continua a trascinare verso il basso RCS Mediagroup.

Non va meglio, ahinoi, per quanto riguarda i ricavi pubblicitari. Infatti, l’ammontare totale dei ricavi pubblicitari, pari 57,5 milioni, si confronta con 62,9 milioni del primo trimestre 2020 [- 5,4 milioni, – 8.5%]. La flessione dei ricavi è riconducibile a Unidad Editorial [-3,1 milioni], a Pubblicità e Sport [-2,3 milioni], a Periodici Italia [- 1,8 milioni] e anche a Quotidiani Italia [- 0,3 milioni].

La pubblicità online sui mezzi di RCS nel trimestre cresce del 18% in Italia e del 19,3% in Spagna rispetto al primo trimestre 2020, ma non riesce a compensare il calo della raccolta pubblicitaria del cartaceo, e resta comunque inferiore ai valori del 1° trimestre 2019.

Il resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2021 si chiude con la nota che spiega che «il Gruppo ritiene di disporre di leve gestionali adeguate per contrastare gli effetti dell’emergenza sanitaria anche nel 2021 e confermare quindi le proprie prospettive di medio-lungo periodo […] il Gruppo ritiene che sia possibile confermare l’obiettivo di conseguire nel 2021 margini in crescita rispetto a quelli realizzati nel 2020 ed una conseguente ulteriore significativa riduzione dell’indebitamento finanziario».

Insomma, razionalizzazione e taglio dei costi, ma poche, o nessuna, prospettive di crescita dei ricavi, che come mostra l’infografica sottostante sono ben al di sotto degli anni pre-pandemia.

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