Quando Apple ha rilasciato iOS 14.5 alla fine del mese scorso, ha iniziato ad applicare una policy chiamata “App Tracking Transparency”. Le app per iPhone, iPad e Apple TV devono ora richiedere l’autorizzazione degli utenti a utilizzare tecniche come IDFA [ID for Advertisers] per monitorare l’attività di tali utenti su più app per la raccolta dei dati e per scopi di targeting degli annunci.
Flurry Analytics, che viene utilizzato in oltre 1 milione di applicazioni mobili, fornendo informazioni aggregate su 2 miliardi di dispositivi mobili al mese, ha fornito i dati a livello mondiale su quanti stanno accettando di farsi tracciare.
Dall’aggiornamento lanciato il 26 aprile, i dati di Flurry mostrano che, in media, il 5% degli utenti iOS a livello mondiale hanno limitato il monitoraggio delle app. Un altro 13% non pone nessuna condizione, nessuna limitazione, e accetta di farsi tracciare.
Complessivamente solo poco più di un quarto [28.07%] degli utenti mobile usa iOS. Dunque la stragrande maggioranza delle persone non è coinvolta, e infatti i CPM per Android schizzano in alto.
Va però considerato che gli utenti iOS sono complessivamente di maggior interesse per le imprese, per gli inserzionisti, per la loro maggior capacità di spesa, come testimonia il fatto che la spesa per app iOS sia proporzionalmente di gran lunga superiore al numero di persone. E comunque sia la nuova sezione sulla sicurezza in Google Play darà trasparenza su come le app utilizzano i dati, proprio come Apple. Perciò è solo questione di tempo.
Un’altra sfumatura da considerare, come ha notato l’analista del settore della tecnologia pubblicitaria Eric Benjamin Seufert , è che una singola app opt-in non è sufficiente per facilitare il monitoraggio. Se Facebook pubblicizzasse un gioco per cellulare, ad esempio, l’utente dovrebbe consentire il monitoraggio sia su Facebook che nel gioco stesso per misurare completamente l’efficacia dell’annuncio. In altre parole, la capacità degli esperti di marketing di monitorare gli utenti in iOS 14.5 potrebbe essere persino inferiore a quanto suggeriscono le tariffe di attivazione.
Insomma, appare chiaro che l’impatto della “App Tracking Transparency” potrebbe essere significativo e non a caso alcuni stanno cercando delle scorciatoie per aggirare le regole di Apple, mentre altri, a cominciare proprio da Facebook naturalmente, provano a creare messaggi che convincano le persone a lasciarsi tracciare.
E proprio Sheryl Sandberg, COO di Facebook, durante il commento ai risultati del 1° trimestre 2021 ha detto che «We’re working with our customers to implement Apple’s API and our own Aggregated Events Measurement API to mitigate the impact of the iOS14 changes. We’re rebuilding meaningful elements of our ad tech so that our system continues to perform when we have access to less data in the future. And we’re part of long-term collaborations with industry bodies like the W3C on initiatives like privacy enhancing technologies that provide personalized experiences while limiting access to people’s information».
La domanda da porsi diviene dunque: perchè le persone dovrebbero lasciarsi tracciare? La risposta è tanto semplice quanto complicata nella sua effettiva implementazione. Perchè hanno fiducia nelle aziende, nei brand, che chiedono loro di farsi tracciare.
Nuovi valori economici come la reputazione e la fiducia stanno assumendo sempre più un’importanza superiore al denaro. Da ora in poi diviene ancora più difficile non tenerne conto. E ovviamente i dati non strutturati provenienti da social media listening/monitoring diventano, se possibile, ancora più importanti.
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