Dopo aver pubblicato la nostra desk research su quali siano le testate del nostro Paese che pubblicano più post [argomento di scottante attualità], e hanno il maggior numero di condivisioni, abbiamo analizzato la presenza su Instagram, negli ultimi dodici mesi, di trentatré newsbrand.
Così come su Facebook, anche su Instagram la testata con il maggior numero di follower su Instagram è il player all digital Fanpage. Segue, con circa 200 mila follower in meno, Repubblica, mentre al terzo posto si colloca il canale all news Mediaset, che però è già abbondamntemente al di sotto del milione di follower.
In ultima posizione troviamo invece Affaritaliani, il sito di news che si vanta di essere stato “il primo quotidiano online”, pur non essendolo, con meno di 7 mila follower.
Rispetto ad una media generale di 251.745 follower sono numerose le testate che si collocano al di sotto di tale valore. Tra le agenzie di stampa c’è ANSA, e gli altri. Abissale la distanza tra l’agenzia diretta da Contu e le altre agenzie, come mostra l’infografica sottostante.
Un altro aspetto quantitativo che siamo andati a misurare, che però ha implicazioni anche di natura qualitativa, è il numero di post giornalieri che mediamente ciascuna delle testate prese in esame pubblica su Instagram.
In questo caso la prima testata è il Corriere della Sera che con oltre 19 post/die si colloca a oltre il doppio del secondo, Fanpage a circa 9 post al giorno. Valore a cui si avvicina anche Repubblica, terza testata per quantità di contenuti pubblicati.
Quasi un terzo del trentatrè testate [30.3%] pubblica mediamente meno di un post al giorno, contro una media generale di 2.58 post/die.
“Il Giornale” dal 2017 ad oggi ha pubblicato solamente 17 post in totale. Di questi l’ultimo risale a Giugno 2020. Insomma, in realtà questo canale per il quotidiano diretto da Sallusti è inesistente. Non fa molto meglio Il Resto del Carlino che si attesta a 0.09 post giornalieri di media. Siamo a meno di un post al mese mediamente, anche se pare che nell’ultimo periodo, forse per l’arrivo di Michela Colamussi, di recente nominata coordinatrice delle attività digitali delle testate e dei siti Gruppo Monrif, che certamente daà nuovo impulso.
Vedere nella sostanza l’assenza da Instagram di diverse testate , che conta poco meno di 28 milioni di utenti mensili attivi nel nostro Paese, lascia decisamente perplessi.
Il mix dei contenuti pubblicati è complessivamente povero. Per tutte le testate prese in considerazione, ad esclusione dei due broadcaster, TgCom24 e SkyTg24, le foto sono il formati assolutamente prevalente, con una punta dell’89% per il Corriere della Sera. Mentre invece gli album, i video e IGVT vengono proposti poco. Considerando che i post “carosello” sono quelli che meglio funzionano su Instagram, appare chiaro che nella maggior parte dei casi i newsbrand da noi analizzati hanno ampi margini di miglioramento, diciamo.
Questo mix genera ben 75.7 milioni di interazioni [like + commenti] per Fanpage, prima testata in valori assoluti per livello di engagement, il cui mix è costituito per due terzi da foto, 15% album, 6% video e 15% IGVT. In seconda posizione il quotidiano diretto da Fontana, che nonostante, come riporta l’infografica soprastante, sia il quotidiano che il maggior numero di post giornalieri, genera circa 27 milioni di interazioni in meno rispetto a quello diretto da Piccinini.
Fanpage, negli ultimi 12 mesi, ha pubblicato anche 19 post di branded content. Da Coop Italia a Nutella, passando per Mutti e Galbani, ed altri ancora. Si tratta di una delle poche testate che sfrutta tale opportunità per monetizzare la propria presenza sulla paiattaforma social di foto e video [e sempre più di social commerce]. Un’altra è Repubblica ma i post, nell’ultimo anno, sono solamente due. Entrambi di brand del fashion.
Il maggior tasso di interazione è invece per Today, il network di siti d’informazione che si è rinnovato nella forma e nei contenuti di recente, rendendo disponibili su 50 app le proprie notizie, tra le altre cose.
Ad esclusione de Il Giornale, la peggiore performance è da parte di AGI e Adnkronos, oltre che de Il Resto del Carlino. D’altra parte, con una presenza così rarefatta non potrebbe essere altrimenti.
In conclusione, con le dovute eccezioni di qualunque generalizzazione, complessivamente la presenza su Instagram delle testate analizzate è povera. Frutto di una strategià che definire tale è un eufemismo dato che appare più che altro dettato solamente dal fatto di avere, in qualche modo, una propria presenza, che come abbiam visto in molti casi è anche estremamente ridotta.
Basta vedere le proposte di The Telegraph o The Economist, piuttosto che The New Yorker, per capire quanto sia profondo il gap delle nostre testate rispetto a loro, e molti altri. Del resto se non si investe in figure specialistiche dedicate è molto improbabile riuscire ad esprimere qualità e valore.
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