L'[Im]Par Condicio dei TG Durante la “Fase 1” della Pandemia

Era il 30 Gennaio sera quando Giuseppe Conte comunicava al Paese i primi due casi di coronavirus in Italia, che sino a quel momento appariva come lontano da noi.

Da allora, come sappiamo, la pandemia è cresciuta, e con le persone sempre più chiuse in casa, anche prima del lockdown, sono aumentati a dismisura gli ascolti televisivi, e in particolare quelli dei telegiornali, come abbiamo documentato nel tempo, anche se dalla seconda metà di Aprile in poi, pur restando comunque elevati, hanno iniziato a scendere.

Ma in questo periodo di infodemia, con almeno tre quarti del tempo dei TG dedicato alla crisi sanitaria, economica, e sociale, qual è stato lo spazio che i telegiornali hanno concesso a ciascuna forza politica?

Per dare una risposta abbiamo elaborato i dati che mensilmente AGCOM rilascia sul tempo di antenna, ovvero il tempo complessivamente dedicato al soggetto politico-istituzionale dato dalla somma del “tempo di notizia” [tempo di notizia: indica il tempo dedicato dal giornalista all’illustrazione di un argomento/evento in relazione ad un soggetto politico/istituzionale] e del “tempo di parola” [tempo di parola: indica il tempo in cui il soggetto politico/istituzionale parla direttamente in voce] del soggetto stesso, dei principali partiti del nostro Paese. Quindi il dato più completo tra quelli che fornisce AGCOM.

Emergono evidenze tanto interessanti quanto preoccupanti relativamente alla mancanza di par condicio in Italia, e sullo stile giornalistico, per così dire, dei TG.

Ricordiamo Febbraio essere stato il mese della nascita di Italia Viva, ed anche il mese in cui Zingaretti chiede al Governo un “cronoprogramma”, e ci sono scontri sulla prescrizione. Il Senato dà il via libera all’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini per  il caso Gregoretti. Giusto per citare alcuni fatti politici di maggior rilevanza, tagliando con l’accetta.

Ebbene, a Febbraio, se si escludono i telegiornali delle reti Mediaset, incluso il canale all news TGCom24, la Lega è il partito con il maggior tempo di antenna, così come sopra definito, con una distanza considerevole dal secondo partito per quota di voce in particolare per quanto riguarda la RAI.

Complessivamente il partito di Salvini è quello che ottiene il maggior tempo all’interno dei TG, seguito da Italia Viva, in particolare grazie alla spinta delle reti Mediaset, ma anche RAI, come mostra l’infografica sotto riportata.

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A Marzo, dall’inzio del mese vengono chiuse in tutta Italia le scuole di ogni ordine e grado. Il 10 viene decretato il lockdown per tutta Italia, e il giorno dopo l’OMS dichiara ufficialmente lo stato di pandemia. Il 16 è la volta del decreto “Cura Italia”, e il 20 l’UE sospende il patto di stabilità. Infine il 30 il Parlamento ungherese decide di concedere pieni poteri ad Orban , con le polemiche che ne seguono, in particolare tra Salvini da un lato, e Zingaretti dall’altro.

In un mese così travagliato, la situazione, sotto il profilo informativo offerto dai TG, cambia, in peggio. Nel mese in cui tutti gli italiani, o quasi, sono rimasti rinchiusi in casa, Mediaset riduce in maniera consistente lo spazio dedicato a Italia Viva il mese precedente, e spinge con vigore Forza Italia, e i suoi alleati.

Nei telegiornali della RAI, e de La7, la Lega resta il partito al quale viene dedicato il maggior tempo di antenna, con uno sbilanciamente evidente a suo favore, come mostra nel dettaglio l’infografica sottostante.

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Aprile inizia con il crollo del sito dell’INPS, e le polemiche che inevitabilmente ne seguono. Forti polemiche l’11 in occasione del discorso nel quale Conte attacca Salvini e la Meloni, ed è bufera anche per la presa di posizione di Mentana al riguardo. Pochi giorni dopo scoppia lo scandalo legato al Pio Trivulzio, e alle molte altre RSA . Resteranno nella memoria di tutti noi la solitudine del Papa per la messa di Pasqua, e quella di Mattarella il 25 Aprile sull’Altare della Patria. Il mese si chiude, il 30 Aprile, con l’ultimatum di Renzi a Conte, accusando l’esecutivo di volere pieni poteri, come quelli negati a Salvini.

Ad Aprile la Lega resta ancora una volta il partito con il maggior tempo dedicato in tre dei quattro broadcaster esaminati. Sulle reti Mediaset, così come a Marzo, il Movimento 5 Stelle, se si esclude Liberi e Uguali al quale viene constantemente dedicato un tempo irrisorio, resta fanalino di coda per tempo concesso.

Sempre sulle reti Mediaset cresce il tempo dedicato a Fratelli d’Italia sia rispetto a Marzo, che soprattutto rispetto a Febbraio, e raddoppia quello concesso ad Italia Viva. È interessare anche notare come Forza Italia sia sempre il partito al quale viene dedicato il maggior tempo da parte dei TG di SKY Italia nei mesi analizzati, come si può vedere dall’infografica relativa al mese di Aprile.

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Nel complesso, dopo un sostanziale equilibrio nel mese di Febbraio tra le forze di Governo [53 ore e 49 minuti la somma del tempo dedicato a Italia Viva in particolare, come abbiamo visto, Liberi e Uguali, M5S, e PD] e quelle di opposizione, al di là del netto sbilanciamento in favore della Lega come abbiamo visto [51 ore e 43 minuti la somma del tempo per Forza Italia, Fratelli d’Italia, e Lega].

Così non è per quanto riguarda il mese di Marzo con le forze di opposizione, così come sopra definite, che ottengono 70 ore e 59 minuti, mentre alle forze di Governo va meno di un terzo di tale tempo con complessivamente 22 ore e 42 minuti.

La situazione non migliora ad Aprile. In questo caso infatti i partiti all’opposizione hanno un tempo di antenna pari a 59 ore e 31 minuti, mentre a quelle attualmente al Governo ne vanno meno della metà: 25 ore e 27 minuti.

Come mostra l’infografica di sintesi dei dati dei tre mesi, Lega e Forza Italia restano constantemente, alternandosi, i primi due partiti per tempo dedicato nei TG, mentre tutte le forze di Governo, ed in particolare il M5S, ottengono progressivamente sempre meno tempo.

Siccome nulla accade per caso, naturalmente, appare evidente come via sia un disegno ben preciso al riguardo. Appare altrettanto evidente quale sia il penoso stato della par condicio nel nostro Paese, ed anche del giornalismo televisivo, purtroppo.

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