Sono stati pubblicati i dati dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni [AGCOM] relativi al pluralismo politico/istituzionale in televisione per il periodo 1/31 agosto 2019.
Da questi abbiamo estrapolato quelli relativi al “tempo di antenna”, ovvero il tempo complessivamente dedicato al soggetto politico/istituzionale che è dato dalla somma del “tempo di notizia” [indica il tempo dedicato dal giornalista all’illustrazione di un argomento/evento in relazione ad un soggetto politico/istituzionale, intendendo per soggetto politico/istituzionale il singolo esponente o il partito/raggruppamento/istituzione] e del “tempo di parola” del soggetto, dei principali partiti polici, e il “tempo di parola”, ovvero il tempo in cui il soggetto politico/istituzionale parla direttamente in voce, dei leader di partito, e, visto quanto avvenuto non più tardi di ieri, quelli di Matteo Renzi.
Dati, di per sè stessi interessanti [qui quelli di Luglio 2019] che, se possibile, diventano ancor più interessanti, considerando che Agosto, come ben sappiamo, è stato un mese caldo, anzi bollente, sotto il profilo politico, con annesse polemiche relative alla gestione, fallimentare in termini sia di ascolti che di autorevolezza, della RAI, l’azzeramento di Renzi, denunciato da parte di Davide Faraone e Michele Anzaldi, rispettivamente capogruppo Pd in Commissione Vigilanza e segretario della stessa Commissione, ignorato dai notiziari nazionali, e, se non bastasse, la messa a disposizione in favore di Salvini delle reti Mediaset.
Analizzando il “tempo di antenna”, così come sopra definito, dei principali partiti politici all’interno dei TG nazionali, si trova una costante: la Lega è il partito che maggior spazio ha avuto in tutti i telegiornali, ad esclusione di quelli RAI. L’emittente che dà maggior spazio al partito di Salvini è SKY, con poco meno di un quarto del totale “tempo di antenna”.
Se, con qualche variazione di pochi punti percentuali, il “tempo di antenna” concesso a Lega, M5S, e PD, è sostanzialmente simile in tutti i telegiornali, vi è invece una forte varianza per quanto riguarda Forza Italia che oscilla da un massimo del 10.31%, naturalmente, nei TG Mediaset, al 2.33% su SKY, come mostra l’infografica sotto riportata.
Se si entra nel dettaglio del “tempo di parola”, così come sopra definito, dei leader dei partiti politici, e dei soggetti istituzionali, il dominio di Salvini è ancora più evidente rispetto a quanto già risultasse dal “tempo di antenna” concesso al suo partito.
Infatti, ad eccezione dei telegiornali de La7, il dominio del leader della Lega è netto, e solo mitigato da quello concesso a zingaretti nei TG della terza rete RAI. In particolare, stando ai dati, la messa a disposizione in favore del leader leghista da parte di Mediaset appare un dato di fatto compiuto, da tempo, e non solo un annuncio di disponibilità. Non c’è rete del biscione che non dia a Salvini oltre il triplo del “tempo di parola” concesso agli altri, con Studio Aperto che concede a Mattarella solamente l’1.71% del “tempo di parola”, contro il 31.58% concesso al “capitano”.
Se è senza dubbio Studio Aperto il telegiornale maggiormente sbilanciato a favore di Salvini, per contro RAINews24 appare quello più bilanciato, anche se, in un mese di forte contrapposizione politica, la distanza tra il leader leghista e Di Maio e Zingaretti resta significativa.
Infine, Renzi, altro Matteo che pare più interessato a sparigliare le carte, diciamo, che ad altro, ma che ad Agosto, insieme a Grillo, è stato indubbiamente protagonista nel facilitare la formazione dell’attuale Governo.
Stando ai dati di AGCOM sul “tempo di parola” concessogli pare che le rimostranze di Faraone e Anzaldi abbiano decisamente fondamento. Infatti, completamente a zero i suoi interventi per quanto riguarda TG1 e TG3, ma anche molti risicati i tempi concessi dal TG2, e dai telegornali di La7 e SKY. Per contro omogenea e adeguata la presenza su tutte le reti Mediaset, nelle quali Renzi si attesta sempre sopra il 5%.
Insomma, appare evidente che, nel complesso, a fronte di appelli all’importanza del pluralismo e della libertà d’informazione, corrispondano logiche che invece sono totalmente contrarie alle dichiarazioni di principio. Considerando che da tutte le indagini e rilevazioni, ancora oggi, i telegiornali sono la principale fonte d’informazione degli italiani, è evidente l’intento volutamente manipolatorio messo in atto. Ancor più grave, se possibile, per quanto riguarda RAI, pagata con i soldi delle famiglie italiane grazie al canone/tassa di possesso della TV.
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