Il mondo del lavoro ha bisogno di professionisti del digitale.
Secondo l’ultimo report pubblicato da McKinley Marketing Partners, la domanda di competenze digitali sarebbe in continua crescita. Difficile asserire il contrario ma altrettanto difficile è dare una connotazione precisa a cosa intendiamo per competenze digitali.
In una fase storica in cui la digitalizzazione pervade, a onor del vero anche con lentezza, ormai tutti i contesti, dire che servono competenze digitali è come dire che serve manodopera. Così semplice e così scontato, oserei dire. Fortunatamente il report approfondisce diversi aspetti per provare a delineare un quadro più sensato e leggibile. Vale la pena sottolineare, in apertura, che i dati non sono riferiti al territorio italiano ma danno comunque un quadro complessivo seppur riferito, con ogni probabilità, a un mercato più maturo del nostro.
Un primo dato in controtendenza col passato che emerge è l’investimento in figure di marketing digitale a discapito di project manager.
Consistente anche la quota delle risorse impegnate in data analysis, su cui si potrebbe aprire un altro fronte rispetto alla definizione. Si tratta di un ombrello sotto cui possiamo posizionare, ad esempio, chi si occupa di statistica o di far quadrare i conti, tanto quanto chi fa monitoraggio delle attività di marketing e non ultime le risorse che si occupano di analisi dei feedback alle attività online.
In quest’altro grafico possiamo invece vedere le proiezioni future in materia di investimento in figure professionali con competenze digitali.
Il 19% dichiara di voler investire meno. Ben più consistente la “fetta” [28%] di chi invece dichiara di voler investire di più. Circa la metà degli intervistati invece prevede di restare sulle stesse posizioni.
In questo ulteriore grafico è possibile visualizzare gli incrementi divisi per settore.
Tutti incrementeranno le risorse di almeno il 10% in più rispetto allo scorso anno.
Aspetto molto interessante è che il 90% dei ruoli prevede delle competenze trasversali in digital marketing o data analysis. Difficile ormai ragionare su figure professionali a compartimenti stagni, ma perdurano delle skill che è sempre meglio avere.
Per venire a una nota dolente, con particolare riferimento al contesto italiano, il report racconta anche alcuni dati sugli anni di esperienza che aprono o meno le porte a determinati settori.
Dal grafico sottostante si evince chiaramente che da 0 a 3 anni di esperienza le possibilità sono pressoché le stesse, con quote non propriamente lusinghiere.
I settori in cui sembrerebbe essere più semplice accedere da “entry level” e quindi senza esperienza o quasi, sarebbero digital marketing e data analysis. Su questo punto mi permetto di dissentire o almeno di esprimere le mie perplessità.
La speranza è che questi dati recitino una volontà di investire in risorse fresche e creative, più che una tendenza ad approcciare a queste dinamiche con poca fiducia e molta approssimazione.
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