Che Facebook, da tempo, stia puntando sui video, e sulla relativa raccolta pubblicitaria che ne deriva, è un fatto noto. Chiunque utilizzi il social network più popoloso del pianeta per lavoro avrà constatato come i video “nativi”, i video caricati direttamente su Facebook, vengano premiati per portata e visualizzazioni, ma conviene davvero fare così?
Alla domanda forniscono una risposta i dati di ChannelMeter che ha analizzato 1.700 video, nell’ultimo anno, mettendo a confronto il loro ciclo di vita su Facebook rispetto a YouTube.
Dall’analisi effettuata emerge come il 75% delle visualizzazioni dei video su Facebook avvenga nei primi quattro giorni, con un picco nella seconda giornata, mentre la diffusione su YouTube segue un pattern più lineare ed impiegano 79 giorni per raggiungere la stessa audience.
Complessivamente però il pubblico raggiunto su YouTube è 5 volte superiore a quello di Facebook, quindi in valori assoluti il picco del primo giorno sulla piattaforma video di Google è superiore a quella di del social network . Inoltre il rapido decadimento dei video su Facebook implica la necessità di proporre, e produrre, contenuti freschi con una cadenza di gran lunga inferiore rispetto alla piattaforma video per eccellenza. Il picco della prima giornata, pari al 10% del totale, su YouTube è molto probabilmente legato alla possibilità di sottoscrivere un determinato canale video e ricevere per mail gli avvisi di pubblicazione di un nuovo contenuto.
Una differenza significativa per le possibilità da parte dei due player di attirare gli investimenti pubblicitari. Se infatti da un lato il ciclo di vita più lungo conferma il vantaggio di far scoprire i video attraverso la search, dall’altro lato Facebook potrebbe essere più adatto alla promozione scadenzata di contenuti con la possibilità di determinare più facilmente il momento d’interesse come può essere il caso di una promozione legata ad un evento particolare, ad esempio.
Insomma, come sempre, non esiste una soluzione buona ed una cattiva ma una soluzione adatta agli specifici obiettivi di marketing e comunicazione. In epoca di mode social e facili entusiasmi, meglio non dimenticarselo mai.
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