Il Futuro dell’Informazione e’ Racchiuso in 8 m²?

Giuseppe Granieri negli ultimi giorni ha scritto di futuro, utilizzando la metafora davvero efficace della differenza tra guidare l’automobile e guidare la moto della quale mi sono già abusivamente appropriato, e dell’industria delle notizie vecchie, quella dei giornali di carta non in grado di personalizzare l’informazione. Articoli tutti da leggere per gli spunti e gli approfondimenti che consentono.

Anche Arianna Ciccone, prendendo spunto dai dati sui quotidiani online e superblog pubblicati in questi spazi ieri, con sapiente humor fa riflessioni molto serie a tutto campo sul futuro dell’informazione. Dati, che seppure non vengano citati esplicitamente, sono fonte di riflessione anche per Luca Conti che sostiene che la causa del calo sia una questione legata al calo di interesse verso il tipo di notizie pubblicate e verso le fonti, i quotidiani online, che le pubblicano.

Interesse ed attenzione sono elementi chiave sui quali si gioca la partita, in termini di proposta di contenuti, del futuro dell’industria dell’informazione, non vi è dubbio davvero.

Da un lato gran parte dell’informazione è light, snack e gran parte degli utenti va sui portali per seguire l’attualità come dimostrano i dati relativi a Vigilio che da solo vale come tutti i quotidiani online in termini di utenti unici e il calo di pagine viste e di tempo di permanenza per le edizioni online dei giornali. Dall’altro lato tutte le evidenze sin ora raccolte confermano che la lettura sulla carta facilita attenzione e memorabilità delle informazioni, questione di grande valore sia a livello giornalistico che altrettanto per quanto riguarda la capacità di attirare investimenti pubblicitari.

Personalmente ritengo che le attese, i proclami apocalittici di scomparsa della carta si confermano essere eccessivi ed enormemente amplificati rispetto alla realtà [da “guru pour cause”?] con stampa e digitale, media tradizionali e digitali, a costituire le due facce della stessa medaglia, entrambi importanti nell’attualità e per il futuro; se dovessi sbilanciarmi direi per almeno i prossimi 50 anni nel nostro Paese.

Un futuro fatto dunque di sperimentazione, in una logica di medio  – lungo periodo, per quanto riguarda l’ambiente digitale nel suo complesso, e di miglioramenti e razionalizzazioni progressive in riferimento alla carta.

Interessante sotto questo profilo quanto pubblicato dal «The Wall Street Journal» che riporta dell’installazione all’interno della Brooklyn Public Library di una macchina in grado di stampare on demand, in pochi minuti, un  intero libro sulla base delle preferenze del lettore. La stampante, della quale allo stato attuale sono state realizzate 70 installazioni, misura poco più di 8 m², e permette alle persone di scegliere da un database di 8 milioni di volumi quale sia il proprio preferito.

La possibilità di effettuare in edicola il servizio di print on demand, consentirebbe la quadra tra desiderio di personalizzazione da parte del lettore e mancanza di redditività che questo ottiene online nella sua declinazione all digital. Grazie alla tanto auspicata, quanto sin ora disattesa, informatizzazione delle edicole il lettore potrebbe, ad esempio, come succede oggi con i preferiti, i bookmark del browser, o con applicazioni dedicate,  salvare le informazioni che trova di proprio interesse e trovarle stampate nel suo quotidiano.

Scriveva Hermann Hesse “Se tracci una riga sul pavimento, è altrettanto difficile camminarci sopra che avanzare sulla più sottile delle funi. Eppure chiunque ci riesce tranquillamente perchè non è pericoloso. Se fai finta che la fune non è altro che un disegno fatto col gesso e l’aria intorno è il pavimento, riesci a procedere sicuro su tutte le funi del mondo”.

Almeno una parte del futuro dell’industria dell’informazione potrebbe essere racchiusa in 8m².

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0 thoughts on “Il Futuro dell’Informazione e’ Racchiuso in 8 m²?

  1. Ottimo ed interessante, come sempre, l’articolo. Concordo sulle previsioni della (non) morte della carta stampata per i giornali fra 50 anni in Italia. Purtroppo il business del digitale per la stampa dei quotidiani è molto indietro, tecnologicamente parlando (macchine lente e poco personalizzabili), e molto avanti, economicamente parlando (costi d’investimento molto alti). E ancora una volta, in questo campo, più che nuova tecnologia servirebbe nuova mentalità: raccolta pubblicitaria personalizzata e personalizzabile, redazione flessibile, potere al consumatore-lettore di scegliere il proprio giornale e quindi non-potere al direttore di fare il giornale come piace a lui…
    E poi da ultimo: potere d’acquisto per un bene fisico che “ritorna” il suo valore…
    Saluti

  2. Il futuro dell’informazione è la disinformazione. Una marea di notizie sparse in tempi e modalità senza interposizioni. Questo eccesso, sta creando una fuga dai contenuti, dagli scritti, che diventano sempre più la non notizia. Si è innescato il bisogno di avere “sottomano”il mondo e poterlo gestire da uno schermo con un semplice indice sulla tastiera, dove l’interazione è il successo.
    Osservare, non leggere. La carta stampata è destinata ad autoregolarsi rendendosi ostile verso se stessa, per inviare il messaggio “andate sul web”. In rete, i social,il blog…Quello che affascina è l’ interazione, il dire la propria, osare dove non si sarebbe mai osato. Oggi c’è una ricerca enorme dell’essere partecipi. Il quotidiano come impostato oggi, ti allontana, ti mette in fuga. Sembra un bollettino di diffidenza e catastrofismo.

    Le edicole sono destinate ad esaurirsi, perchè inesistenti sul piano strategico. La lettura ha bisogno di ambiti favorevoli, di momenti di calma, di movimenti appropriati, di certezze da soddisfare. Oggi l’editoria della carta stampata, è carente e concettualmente d’altri tempi. Segue l’Italia e invecchia con essa, non rendendosi conto di essere il baluardo della sua gioventu’. E’ solo una filiera di trasporto e consegna. Non c’è valore aggiunto. .

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