L’apparizione di Arianna Huffington, di passaggio in Italia dopo la puntata parigina per annunciare l’accordo tra «Huff Post» e «Le Monde», e il sorpasso apparentemente prossimo della pubblicità su Internet a discapito della carta stampata anche nel nostro Paese sono senza dubbio gli argomenti del giorno.
Approfondiamo.
Tra le diverse cose che A. Huffington ha detto durante la sua intervista allo IAB Forum in corso, spicca l’annuncio dello sbarco ormai prossimo anche in Italia dell’ «Huffington Post» grazie ad un accordo che seguirebbe la falsariga di quello raggiunto con «Le Monde».
L’Italia, gli editori italiani, lo dico senza mezzi termini, senza giri di parole, non hanno bisogno di questo. Non abbiamo bisogno di altre persone che vengano qui a proporre modelli di sfruttamento come dimostra la non risposta fornita durante l’intervista condotta da Antonello Piroso sulla class action dei blogger d’oltreoceano. Non ha bisogno di accordi che portino soluzioni “pret a porter”. I giornali italiani sono ben distanti dal comprendere la natura della socialità delle notizie, come conferma anche l’analisi pubblicata ieri da Vincenzo Cosenza. Il cambiamento deve essere culturale ed organizzativo, automotivato invece che importato pronto all’uso.
Anche i dati sul sorpasso nell’immediato futuro del Web sulla carta stampata vanno pesati. Si tratta infatti di proiezioni tutte da verificare che si basano su dati parziali e che inglobano anche quella fetta di comunicazione, il search, che, come ho già sottolineato, non portano nessun vantaggio al comparto editoriale indifferentemente che sia “tradizionale” o “digitale”.
Quel che è certo invece è che nel nostro Paese vi sia uno dei rapporti più bassi tra adverting/pagine viste e utenti come illustra chiaramente la tavola di sintesi sottoriportata.
Ben vengano spunti, stimoli e, perchè no, incitamenti all’adozione di un mix di comunicazione che includa anche la Rete nel suo insieme, l’importante è che non si trasformino in un ode della réclame pour cause, l’effetto boomerang sarebbe in questo caso assicurato.
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Quindi in UK ogni pagina rende 5 centesimi di euro?