Due ricercatori della Cornell University hanno valutato i mood positivi e negativi degli utenti di Twitter, raccogliendo, nel corso di 24 mesi, 509 milioni di Tweet, messi sul social network da 2 milioni e mezzo di utenti, appartenenti a 84 paesi identificando così lo stato dell’umore dei microblogger.
«The New York Times», nel riportare la notizia, sia nell’edizione online che nella versione cartacea ha utilizzato un emoticon, quelle che normalmente chiamiamo “faccine”, nel titolo dell’articolo inserendo il simbolo del sorrriso invece della parola per indicare lo stato d’animo, l’umore appunto, delle persone.
Anche se pare che non sia la prima volta che i giornali tradizionali adottano il linguaggio di sms, chat, ed ora social network, è il primo caso in cui un emoticons viene addirittura inserita nel titolo di un quotidiano internazionale.
Se da un lato resto incerto sul valore dell’opportunità di tale utilizzo, dall’altro si tratta indubbiamente della più viva testimonianza dell’influenza, della contaminazione di linguaggi tra media tradizionali e social media.
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