“DigitalMente”, rubrica settimanale che ogni venerdì prova a fornire spunti e appunti su digitale e dintorni, per riflettere a tutto campo su innovazione e digitale. Oggi abbiamo scelto di parlare delle vendite di copie digitali dei quotidiani nazionali o pluriregionali.
Accertamenti Diffusione Stampa [ADS] ha reso disponibili i dati relativi alle vendite dei quotidiani a settembre 2022. ADS ha introdotto un Regolamento per la certificazione delle copie cartacee e delle copie digitali. Fra le principali modifiche, lo schema di rappresentazione dei dati introduce una suddivisione in vendite individuali, pagate dall’acquirente e vendite multiple, pagate da terzi. La rappresentazione – spiega Ads – segna il superamento della separazione tra copie cartacee e copie digitali: le due tipologie vengono affiancate, in linea con le abitudini e i comportamenti attuali.
Abbiamo preso in considerazione esclusivamente le vendite di copie digitali vendute ad un prezzo almeno pari al 30% della corrispondente copia stampata. Tralasciando quelle vendute ad un prezzo inferiore, che per Il Corriere della Sera e Il Sole24Ore hanno un incidenza significativa, essendo frutto di fantasiose operazioni di marketing, diciamo.
La leadership è del Corriere della Sera, da inizio anno stabilmente al di sopra di Repubblica. Il quotidiano di via Solferino ha venduto poco meno di 37mila copie. In crescita del 1.02% rispetto al mese precedente e del 6.38% rispetto al mese corrispondente dell’anno precedente.
Molto diverso l’andamento di Repubblica. Il quotidiano diretto da Molinari perde il 2.46% rispetto al mese precedente e oltre un quarto delle copie [- 25.73%] in confronto a settembre 2021. Si tratta del peggior andamento tra tutti i quotidiani da noi presi in considerazione.
Oltre a Corsera e Repubblica sono solamente altri cinque i quotidiani che vendono più di 5mila copie digitali nel giorno medio. Cinque testate le cui vendite, ad esclusione de Il Manifesto, sono in calo, in alcuni casi anche significativo come per Fatto Quotidiano, Messaggero e la Stampa. Il “Quotidiano Comunista” invece cresce del 0.60% rispetto ad agosto 2022 e del 12.68% in confronto con settembre 2021.
Positivo anche l’andamento di ItaliaOggi. Ma i valori assoluti delle copie digitali vendute dal quotidiano economico-finanziario restano su valori davvero scarsi. Lo stesso vale per Avvenire.
L’infografica sotto riportata fornisce il dettaglio di ciascuna delle 16 testate da noi analizzate. Dati che evidenziano come sia molto improbabile, diciamo, che gli editori di quotidiani riescano ad avere soddisfazione dall’ipotesi di ottenere ricavi significativi dalla vendita di contenuti editoriali digitali/online.
Non a caso, nel complesso, le vendite di copie digitali nel primo semestre 2022 calano rispetto al pari periodo dell’anno precedente [-5.3%]. E, secondo il report di PWC, “Entertainment & Media Outlook in Italy 2022-2026”, le copie digitali passeranno dalle 220mila del 2021 alle 226mila del 2026. Un incremento del 2.7% in cinque anni. Davvero poca cosa.
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