Cosa ci Insegna il Peso dell’Home Page dei Quotidiani Online

Audiweb ha pubblicato i dati relativi alla total digital audience del mese di settembre. Dopo aver analizzato l’audience dei quotidiani online nei primi 9 Mesi del 2021 e il tempo speso per le news online da gennaio a settembre di quest’anno, proviamo a chiudere il cerchio con l’analisi del peso dell’audience dell’home page di alcune delle principali fonti d’informazione del nostro Paese.

Di otto testate per le quali Audiweb rende disponibile pubblicamente tale dato il quotidiano per il quale la total digital audience nel giorno medio della propria home page ha il peso minore sul totale dell’audience è il Messaggero al 10.7%. Quella per la quale invece il peso è maggiore è ANSA che si attesta ad oltre un terzo [33.9%] del totale della propria audience.

I dati, che sono riportati nell’infografica sottostante per tutte e otto le testate prese in esame, sono un buon indicatore del livello di fidelizzazione di ciascuna testata. Infatti, è ragionevole presumere che una maggior audience dell’home page corrisponda ad un maggior accesso diretto al sito Web, e dunque sia indice di maggior fidelizzazione.

In tal senso non è un caso che il primato spetti ad ANSA, che secondo il “Digital News Report 2021” dell’Istituto Reuters è il primo [news]brand italiano di informazione per affidabilità.

Se dunque questa è una prima interessante indicazione, uno studio, condotto sempre dal Reuters Institute for Journalism, [di]mostra che le persone che utilizzano più spesso i social media, i motori di ricerca e gli aggregatori di news per ottenere notizie hanno diete mediatiche più diversificate rispetto alle persone che accedono principalmente alle notizie andando direttamente ai siti Web di notizie.

Dati che mostrano che invece di racchiudere gli utenti in “filter bubble” – dove i consigli algoritmici di notizie filtrano le informazioni con cui l’utente non è d’accordo o non è interessato, restringendo ciò che sappiamo [Pariser, 2011] – social media, motori di ricerca, e gli aggregatori sono in realtà più propensi a mostrare alle persone notizie da fonti d’informazione che normalmente non utilizzerebbero, generando nel complesso una dieta di notizie più equilibrata su più testate con diverse linee editoriali.

Insomma, esattamente il contrario di quello che pour cause, per interesse economico, si va sostenendo da anni al riguardo da esperti e sedicenti tali, e persino da parte del sindacato dei lavoratori della conoscenza.

Infine, per tornare al punto di partenza, è chiaro che ad una maggior fidelizzazione corrisponde, a parità di condizione, una maggior propensione ad abbonarsi. Gli accessi diretti sono dunque un dato che può essere un indicatore di valore in tal senso.

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