DigitalMente

“DigitalMente”, rubrica settimanale che ogni venerdì prova a fornire spunti e appunti su digitale e dintorni, per riflettere a tutto campo su innovazione e digitale. Oggi abbiamo scelto di parlare di ePrivacy.

“Ho letto e accetto i termini” è la più grande bugia sul web. Se siete tra i tanti che non leggono i termini di servizio questo sito lo fa per voi riportando le politiche di utilizzo dei dati delle principali app e servizi online.

Sul tema la Mozilla Foundation ha pubblicato uno studio che ha analizzato le politiche sulla privacy, i siti Web aziendali, i reportage, i white paper di ricerca, gli elenchi degli app store e le recensioni dei consumatori di 196 prodotti popolari di segmenti come dispositivi indossabili, dispositivi sanitari connessi o intrattenimento.

L’87% delle 24 app di appuntamenti recensite dalla Mozilla Foundation ha gravi problemi quando si tratta di proteggere la privacy dei propri utenti, con solo Lex, eHarmony e Happn che hanno superato il test. Ad esempio, Tinder, una delle app di incontri più diffuse,  raccoglie moltissimi dati personali sugli utenti. E ha una pessima esperienza nella protezione di quei dati.

Ma anche quando si tratta di giocattoli intelligenti per bambini, ad esempio, l’organizzazione no profit ha classificato un playset di mercato e cucina di KidKraft come discutibile quando si tratta di privacy, dal momento che la sua integrazione con Alexa e l’abilità corrispondente non hanno politiche sulla privacy separate. Altri trasgressori di questo segmento includono lo smart display Echo Show for Kids di Amazon e i droni di DJI e Ryze.

La categoria di intrattenimento con console per videogiochi, tablet, stick di streaming e lettori di e-book conteneva nove prodotti che non superavano il livello stabilito dagli analisti della Mozilla Foundation, tra cui Oculus Quest 2 di Meta e la gamma di tablet Fire di Amazon.

E anche un quarto dei wearables presenta problemi di privacy come nel caso dei tanto declamati Ray-Ban Facebook Stories lanciati recentemente in pompa magna.

Secondo i dati di Statista nel 2020 il 35.6% degli italiani ha espresso preoccupazione su come le imprese usano i loro dati. E a vedere i risultati dello studio della Mozilla Foundation ne hanno davvero motivo.

Mantenere i dati degli utenti al sicuro sarà uno dei maggiori problemi nel campo dell’Internet of Things [IoT] negli anni a venire. L’ebook dell’Associazione Italian Digital Revolution su i diritti digitali dei cittadini europei, scaricabile gratuitamente [previa registrazione] è un valido supporto sul tema.

[clicca per ingrandire]

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