Come tutti sappiamo, lunedì 4 ottobre scorso tutti i prodotti della “famiglia Facebook” non hanno funzionato per diverse ore. Per la precisione, sei ore di blackout, uno dei più lunghi e complessi nella storia di Facebook.
Se naturalmente sono arrivate le scuse di Facebook e quelle di Mark Zuckerberg, e si stima che il blackout abbia causato perdite per circa 100 milioni di dollari, sono state le altre piattaforme social ad avvantaggiarsi della situazione.
Mentre tutto Facebook era irraggiungibile Twitter ha scritto «hello literally everyone», a significare che praticamente tutti gli utenti iscritti alla piattaforma di microblogging era attivi in quel momento.
Signal, l’app di messaggistica che si stima abbia circa 40 milioni di utenti attivi mensili, ha affermato di aver aggiunto “milioni” di nuovi utenti al suo servizio lunedì mentre Facebook è rimasto offline, dando il benvenuto a tutti i nuovi arrivati, senza mancare di evidenziare tutti i propri plus.
Ma chi pare averne tratto il maggior vantaggio è Telegram. Infatti, «Ieri Telegram ha registrato un aumento record nella registrazione e nell’attività degli utenti», ha scritto Pavel Durov, CEO e fondatore dell’app in questione, in un post online , affermando che «ben 70 milioni di persone si sono iscritte in poche ore».
Pavel ha aggiunto che il servizio è stato ampiamente in grado di far fronte all’improvviso aumento dell’utilizzo, sebbene abbia ammesso che «alcuni utenti nelle Americhe potrebbero aver riscontrato una velocità più lenta del solito poiché milioni di utenti di questi continenti si sono affrettati a iscriversi a Telegram allo stesso tempo».
Già in precedenza Telegram aveva visto un’impennata dei download in concomitanza con le polemiche relative alla privacy di WhatsApp questa primavera. Ed è stabilmente una delle dieci app più scaricate al mondo, secondo i dati di Sensor Tower, che a fine agosto stimava complessivamente ben un miliardo di download.
Anche in Italia Telegram è stata l’app più scaricata della sua categoria, con un’impennata dei download proprio in concomitanza con il blackout.
Resta da vedere se queste nuove iscrizioni si convertano in utenti regolari di Telegram [e Signal], ma i dati ci dicono una cosa prima di tutto: le conversazioni online sono sempre più private è brand, aziende, enti e organizzazioni devono presidiare questi canali del “dark web”.
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