La Readership dei Quotidiani dal 2014 al 2021

Audipress ha pubblicato i risultati della rilevazione I/2021 sulla readership dei quotidiani nel nostro Paese. Abbiamo elaborato i dati dal 2014, primo dato storico omogeneo ai successivi, sino all’ultima rilevazione resa disponbile in questi giorni.

L’unica buona notizia è che le copie pagate sul totale di quelle lette sono quasi due terzi del totale [63.3%]. Erano il 41.5% solo un anno fa. Per il resto, nonostante il buon andamento delle copie replica digitali, il panorama è disastroso.

Infatti, se l’effetto della chiusura per lunghi periodi di bar ed esercizi pubblici in generale ha “costretto” le persone ad acquistare la propria copia del giornale, al tempo stesso ha fatto crollare la readership di oltre un quinto solo negli ultimi dodici mesi [- 21.64%].

Se si osserva lo scenario nel lungo periodo la situazione è ancora peggiore. Dal 2014 al 2021 i lettori dei quotidiani nel giorno medio calano di ben il 39.64%. Nello stesso periodo più che dimezzati i lettori di età compresa tra 18 e 34 anni, il cui peso scende a meno di un quinto del totale.

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Se questo è il, disastroso, trend generale, entrando nel dettaglio delle singole testate emergono ulteriori elementi di interesse. Al riguardo abbiamo analizzato, sempre dal 2014 al 2021, le 14 testate nazionali o pluriregionali tra le 47 che sono inserite nella rilevazione Audipress.

Prima di entrare nel dettaglio, si segnala che dalle testate inserite nelle rilevazioni Audipress mancano molte di quelle che godono di contributi statali diretti. Ulteriore elemento di non trasparenza sul controverso tema dei criteri di attribuzione dei finanziamenti all’editoria.

Ciò premesso, il primo aspetto emergente è che dopo anni di leadership assoluta la Gazzetta dell Sport, a inizio 2021, non è più il quotidiano più letto del nostro Paese.

La rosa perde più di 1,2 milioni di lettori negli ultimi dodici mei e, tra quelli presi in considerazione, è la testata con il peggior andamento di tutte: – 53% di lettori a inizio 2021 rispetto al 2014.

Pessimo anche l’andamento della readership degli altri due principali quotidiani sportivi. Il Corriere dello Sport – Stadio perde il 51% di lettori a inizio 2021 rispetto al 2014. Non va molto meglio a Tuttosport che, nello stesso arco temporale, perde il 46% dei propri lettori.

Se certamente l’effetto della chiusura dei bar pesa in particolare proprio sui quotidiani sportivi, che tradizionalmente hanno un’ampia diffusione negli esercizi commerciali, non può essere solo questa l’unica spiegazione di un andamento disastroso.

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Dei 14 quotidiani presi in esame uno solo ha un andamento positivo: Il Fatto Quotidiano. Il giornale diretto da Travaglio, e da Gomez per l’online, registra una crescita complessiva del proprio lettorato del 15.7% rispetto ad inizio 2020, ed anche nel lungo periodo, rispetto al 2014, cresce del 9%.

Boom dei lettori delle copie digitali: + 82.35% rispetto ad inizio 2020 e + 84.52% rispetto ad inizio 2014. E infatti anche le vendite delle copie digitali hanno un ottimo andamento.

Un trend che, come vedremo, è molto probabilmente in buona parte a spese di Repubblica, che invece, esclusi i quotidiani sportivi, è il quotidiano nazionale che perde più lettori. Del resto in un  mercato che non cresce, anzi come noto cala anno dopo anno, si aumenta rubando quota ai competitor. Non esiste altro modo.

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Se, come abbiamo visto, la Gazzetta dello Sport non  è più il quotidiano più letto in Italia, ora lo è l’altra testata principale di RCS Mediagroup: Il Corriere della Sera.

Il quotidiano di via Solferino supera infatti la rosa di circa 45mila lettori nel giorno medio e prende la leadership del mercato come quotidiano più letto del nostro Paese.

Se questa è, per RCS, la buona notizia, per il resto c’è comunque ben poco di che gioire. Nonostante i lettori delle copie digitali siano raddoppiati negli ultimi 12 mesi, e cresciuti del 86.22% rispetto ad inizio 2014, complessivamente il quotidiano diretto da Fontana perde il 13.90% dei propri lettori negli ultimi 12 mesi, e ben il 32% rispetto ad inizio 2014.

Come anticipato, di gran lunga peggiore la situazione per il diretto rivale del Corriere, per Repubblica. Infatti, il quotidiano attualmente diretto da Molinari, che nel 2014 era sostanzialmente appaiato al concorrente diretto, negli ultimi sette anni perde il 41% dei propri lettori. 9 punti percentuali in più del quotidiano di via Solferino. E anche per quanto riguarda le copie digitali è scavalcato dal proprio competitor.

Al di là di molte altre considerazioni possibili al riguardo, a cominciare dall’inutilità dei restyling effettuati nel tempo, è un  risultato figlio di una linea editoriale che sposta i lettori più progressisti verso il Fatto Quotidiano, e quelli più moderati, appunto, verso il Corriere.

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Molto negativo anche il risultato dei tre principali quotidiani pluriregionali del nostro Paese. Il peggiore quello de Il Resto del Carlino, che dal 2014 ad oggi perde quasi la metà [49%] dei propri lettori.

Non fa molto meglio Il Messaggero che perde il 40% dei lettori negli ultimi sette anni. Leggermente migliore, ma certamente di scarsa soddisfazione, il risultato de La Stampa che registra un calo della readership del 36% nel perdiodo preso in considerazione.

Se il quotidiano diretto da Giannini può, parzialmente, consolarsi con una quota di lettori delle copie digitali che inizia ad avere un’incidenza significativa sul totale, così non è per Messaggero e Resto del Carlino.

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Meno negativo di altri il trend dei lettori del quotidiano di Confindustria. Il Sole24Ore infatti, ad esclusione de Il Fatto, è il quotidiano con la miglior performance, relativamente parlando, e lascia sul terreno “solo” circa un quinto [21%] dei propri lettori dal 2014 ad oggi. Crescita costante nel tempo per i lettori delle copie digitali.

Tutt’altro andamento invece per l’altro principale quotidiano economico – finanziario del nostro Paese: ItaliaOggi. Il quotidiano giallo non solo ha livelli di readership ampiamente inferiori al Sole24Ore, ma anche un ternd decisamente peggiore, con un calo del 35% dei propri lettori dal 2104 ad oggi. Anche le copie digitali non decolanno. Fatto singolare, diciamo, per una testata che si rivolge ad un pubblico che dovrebbe avere maggior predisposizione in tal senso.

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In calo anche i due quotidiani nazionali di centro – destra: Il Giornale e Libero. Nell’ultimo anno si notano però delle differenze tra il giornale che era diretto sino a poco fa da Sallusti e quello che invece dirige ora.

In sette anni Il Giornale perde il 45% dei propri lettori mentre Libero “solamente” il 22%. In particolare, negli ultimi dodici mesi Libero recupera lettorato, pur perdendo oltre un quinto dei lettori nel lungo periodo come abbiamo visto, mentre il quotidiano ora diretto da Minzolini continua inesorbilmente a perdere lettori.

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Infine, last but not least, come si suol dire, molto negativo anche il trend ndel quotidiano della CEI. Avvenire in sette anni perde quasi un terzo [31%] dei propri lettori, nonstante un leggero recupero nell’ultimo anno, dovuto prevalentemente alla forte incidenza delle vendite in abbonamento del quotidiano cattolico.

Balzo dei lettori delle copie digitali, che però rstano assolutamente marginali rispetto al totale. Se anzichè utilizzare i sostanziosi contributi statali percepiti anno dopo anno per sanare una gestione che definire poco avveduta è un eufemismo, almeno una parte di questi fossero usati per, finalmente, innovare potrebbe essere un’idea.

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