HypeAuditor, piattaforma internazionale di monitoraggio delle campagne di influencer marketing, ha pubblicato il report “State of Influencer Marketing 2021”.
Dallo studio, tra le altre cose, emerge che più della metà [55%] degli influencer di Instagram è stata coinvolta in una qualche forma di frode e falsificazione sui social media nel 2020.
I mega-influencer e le celebrities di Instagram – quelli con più di un milione di follower – sono stati i maggiori colpevoli, con due terzi [66%] di questi account coinvolti in qualche forma di attività fraudolenta. I nano-influencer, quelli con da 1.000 a 5.000 follower, hanno avuto la percentuale più bassa di frodi, che si verificano nel 42% degli account.
Le tattiche più comuni utilizzate includevano l’acquisto di follower, like e commenti da “click farm”, l’acquisto di visualizzazioni di storie e il coinvolgimento con i pod dei commenti, dove un gruppo di utenti di Instagram si riunisce e interagisce sistematicamente con i post dell’altro.
In alcuni casi, gli influencer possono essere coinvolti in falsità senza rendersene conto. HyperAuditor stima che solo il 55% degli account Instagram sia detenuto da persone reali.
La percentuale degli account mediamente coinvolti in pratiche scorrette o addirittura fraudolente è diminuita di circa 8 punti percentuali rispetto all’anno precedente, ma con una tale incidenza resta un serio problema.
L’influencer marketing de noantri cresce, e prospera come evidente, perchè i brand, in questo caso accomunati ai newsbrand, sono ancora alla ricerca di volume e non di valore. Per evitare l’influencer marketing de noantri valutate, valutiamo, sempre la qualità e non solo la quantità, come avviene prevalentemente, di follower e fan, ricordandosi che popolarità ed influenza sono due concetti che talvolta possono essere anche molto distanti tra loro.
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