DigitalMente

“DigitalMente”, rubrica settimanale che ogni venerdì prova a fornire spunti e appunti su digitale e dintorni, per riflettere a tutto campo su innovazione e digitale. Oggi abbiamo scelto di parlare di content marketing.

World Media Group ha condotto, i cui associati includono membri includono The Atlantic, BBC Global News, Bloomberg Media Group, Business Insider, The Economist, The Financial Times, Forbes, Fortune, National Geographic, Reuters, The New York Times Company, Time, The Wall Street Journal, The Washington Post, ha condotto un sondaggio online tra l’11 gennaio e il 19 febbraio 2021 presso inserzionisti, proprietari di media e agenzie con incarichi di comunicazione internazionale.

Il suo rapporto annuale: “What’s Next for Content-Led Marketing ?”, pubblicato in questi giorni, fornisce spunti d’interesse relativamente allo storytelling, al content marketing, e dunque al brand journalism, da parte di grandi agenzie e investitori pubblicitari.

Solo un quinto [18%] degli inserzionisti afferma che la proporzione del proprio budget per pubblicità / comunicazione dsui contenuti aumenterà quest’anno, mentre un terzo [31%] afferma che diminuirà. Questo è probabilmente un effetto dei budget degli inserzionisti più ristretti, con il 40% che ha segnalato un calo del budget complessivo quest’anno. Emerge anche una notevole incertezza nel piano per il 2021 con il 36% dei rispondenti che afferma di essere incerto o di aver ritardato le proprie decisioni.

Il World Media Group rileva inoltre che i canali dei brand [owned media] e i paid social media sono le due piattaforme su cui la maggior parte degli inserzionisti investirà per amplificare lo storytelling del proprio brand nel 2021.  C’è anche un allontanamento dai canali tradizionali per amplificare la narrazione del proprio brand. Stampa e broadcasting sono meno popolari degli owned media, dei media digitali e dei paid social media.

Sembra che le crisi del 2020 abbiano portato i brand a riconsiderare il loro approccio al bene sociale e come si inserisce nella loro strategia creativa e nella comunicazione basata sui contenuti. L’ottantaquattro percento di tutti gli intervistati ritiene che ora sia più importante ed efficace per i marchi allinearsi alle questioni sociali. Ciò si riflette nel fatto che l’80% degli inserzionisti ha affermato che la propria organizzazione è impegnata a lavorare verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile e / o perseguire attivamente una strategia incentrata sui fattori ESG [Environmental-Social-Governance].

Quasi due terzi [63%] degli intervistati proprietari di media, agenzie e consulenti hanno affermato di aver assistito a un aumento della domanda di soluzioni creative che comunichino l’approccio del cliente al raggiungimento degli obiettivi ESG. Il cinquantatre percento degli inserzionisti è leader con la propria strategia ESG nelle comunicazioni di marketing ai consumatori, mentre il 24% prevede di farlo. Il 71% degli inserzionisti ritiene che i marchi in grado di guidare con uno storytelling credibile e autentico relativo alle questioni ESG abbiano un vantaggio competitivo.

Infine, quando gli intervistati condividono le loro opinioni su come i brand, i proprietari dei media e i team delle agenzie possono aggiungere impatto ed efficacia allo storytelling su questi temi, due terzi di tutti gli intervistati [67%] ritengono che l’utilizzo della voce di esperti sia un fattore importante. Il 62% ritiene che lo storytelling debba essere posizionato all’interno di un ambiente giornalistico online autorevole e questo numero sale al 71% tra proprietari di media, agenzie e consulenti.

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