“DigitalMente”, rubrica settimanale che ogni venerdì prova a fornire spunti e appunti su digitale e dintorni, per riflettere a tutto campo su innovazione e digitale. Oggi abbiamo scelto di parlare di informazione, [s]fiducia e crowdsourcing.
Il 13 Gennaio scorso Edelman, la più grande società di relazioni pubbliche a livello globale, ha rilasciato l’Edelman Trust Barometer 2021. Il rapporto parla apertamente di “bancarotta delle informazioni” e di un ecosistema di fiducia in fallimento, incapace di affrontare l’infodemia dilagante.
I media tradizionali [53%] hanno registrato il calo maggiore di fiducia, con otto punti in meno a livello globale. Il 61% degli intervistati ritiene che i media siano politicizzati e non obiettivi. E i giornalisti sono i soggetti che godono di minor fiducia in assoluto, tra quelli analizzati [abbiamo realizzato una sintesi del report qui].
In Italia il 75% degli intervistati ritiene che i media non stiano facendo affatto bene per quanto riguarda obiettività e diffusione di notizie che non sia parziali, e di parte. La media generale delle 27 nazioni analizzate da Edelman su questo aspetto è del 61%. Dunque il gap con l’Italia è di 14 punti percentuali, e vede il nostro Paese al quarto posto a livello mondiale per sfiducia nei media.
Del report non ha scritto nessuna fonte d’informazione del nostro Paese. E anche la maggior parte delle testate specializzate ha sorvolato, diciamo, sul rapporto. È l’ennesima evidenza della assoluta mancanza di volontà di invertire la rotta. Di continuare a mettere la polvere sotto il tappetto, come se nulla fosse.
Dati ed evidenze che si commentano da sole, anche se naturalmente nella generalizzazione ci sono invece testate e giornalisti che rappresentano un’eccezione virtuosa rispetto al disastroso quadro generale.
Tra queste anche la neo-nata “NotizieFlash24”. Testata all digital, ancora in beta, che ha deciso di seguire un modello di business, al quale siamo stati incaricati di lavorare, senza pubblicità, senza utilizzare titoli clickbait e con un’attenzione particolare ad evitare qualsiasi fake news.
Per lanciare, quando sarà il momento, la testata in questione abbiamo concordato con l’editore, che già pubblica un magazine di “alternative lifestyle, di costruire, come si suol dire, un percorso dal basso. Allo scopo, per fare crowdsoucing, abbiamo aperto da quale giorno un gruppo su Facebook dal nome autoesplicativo: “L’Informazione Secondo Me”.
Il gruppo nasce per raccogliere i contributi che chiunque vorrà fornire per aiutarci a costruire questa nuova testata informativa, fatta come la vorrebbero le persone. Al quale si affianca un altro gruppo, il cui nome è altrettanto esplicativo, “Il Giornale che Vorrei”, da noi creato, nell’ambito dell’incarico ricevuto, allo scopo.
Entrambi i gruppi sono stati creati da pochi giorni e naturalmente l’opera di aggregazione di una community è solamente all’inizio, anche se fortunatamente nel gruppo “L’Informazione Secondo Me” i primi contributi iniziano ad arrivare.
Ci sarà da lavorare parecchio per costruire assieme alle persone il “loro giornale” ma siamo assolutamente convinti che sia la strada giusta, e che, nel quadro generale che il rapporto di Edelman conferma, non vi sia altra strada per riconquistare la fiducia delle persone nell’informazione. Naturalmente se voleste fornire il vostro contributo siete i benvenuti.
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