I politici usano i social, e Facebook in particolare, come strumento di comunicazione unidirezionale, come un megafono, spesso in malo modo come, per stare ai fatti più recenti, nel “caso” Calenda – Bizzarri.
Si tratta di una visione dilettantesca e arcaica, sia in termini di e-Democracy che di strutturazione della propria comunicazione politica, ma se l’obiettivo è ahinoi questo è bene misurare almeno quanto funzioni, o meno, in tal senso.
Ecco che allora, ad esattamente un anno di distanza da quando avevamo misurato l’attività su Facebook del Presidente del Consiglio, e di tutti i ministri in carica, abbiamo finalizzato una desk research tesa a misurare il tasso di condivisione dei loro post su Facebook del Premier, dei ministri, e dei principali leader politici di governo e opposizione.
Per evitare anomalie e picchi dovuti a particolari situazione ed eventi politici abbiamo analizzato il tasso di condivisione di questi negli ultimi dodici mesi.
Il passaparola, non c’è ricerca che non lo confermi, è il mezzo più potente, più autorevole per le persone. La comunicazione da pari a pari funziona meglio di qualunque altro mezzo, il passaparola è il veicolo più efficace e le persone hanno maggior fiducia in quello che dicono altre persone come loro. È’ per questo che le imprese cercano con tutti i mezzi di facilitare questo processo sia direttamente che attraverso i cosiddetti influencer.
In quest’ottica le condivisioni su social network e social media sono fondamentali. Le condivisioni sui social network sono elemento di sempre maggiore rilevanza nell’attuale ecosistema dell’informazione. Le condivisioni creano awareness, e costruiscono fiducia.
Le condivisioni sono anche importanti sia sotto il profilo “tecnico”, perché aumentano la portata organica del singolo post e della fanpage nel complesso, che sotto il profilo psicologico, poichè chi condivide un contenuto sui social se ne appropria, lo fa divenire suo elemento anche di rappresentazione di sè agli occhi della propria cerchia social[e], cosa che invece non accade per i like, e le altre, reaction.
Dalla nostra analisi emerge con chiarezza come non vi sia una correlazione diretta tra numero di post giornalieri e tasso di condivisione. È lampante il caso di Salvini che pur essendo il politico che propone il maggior numero giornaliero di contenuti ha un’incidenza delle condivisioni di gran lunga inferiore a molti altri, anche se è chiaro che con i suoi 4.4 milioni di fan i valori assoluti giocano a suo favore.
Il miglior politico per incidenza di condivisioni rispetto al totale delle interazioni [reactions + commenti + condivisioni] è il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, seguito dal “reggente” del Movimento 5 Stelle e dal Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Il peggiore è il leader di Forza Italia, che notoriamente predilige altri canali, a cominciare dalla televisione naturalmente.
Se rispetto all’obiettivo di comunicazione le condivisioni sono dunque fondamentali per i motivi sopra esposti in sintesi, diviene dunque altrettanto fondamentale la scelta dei temi e il linguaggio, grazie al monitoraggio della Rete, l’ascolto della stessa, e dei social naturalmente.
Non si tratta, come qualcuno potrebbe forse fraintendere, di “populismo”. Si tratta di comprendere gli interessi e le emozioni delle persone per relazionarsi con loro su tali basi. Fornendo naturalmente la propria visione al riguardo, ma in relazione a quel che interessa alle persone non a quello che si sceglie a tavolino, o peggio in base alla propria emozione del momento. Serve, anche, a comprendere la propria base, e quella dei propri rivali, come abbiamo esemplificato concretamente poco più di un anno fa identificando, per primi [sorry per il vanto], la crisi di Salvini, che poi, come noto, si è rivelata tale.
L’infografica sottostante fornisce il dettaglio del numero di post giornalieri che mediamente ciascun politico ha effettuato negli ultimi dodici mesi, e appunto l’incidenza delle condivisioni sul totale delle interazioni per ciascuno di loro.
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