“DigitalMente”, rubrica settimanale che ogni Venerdì prova a fornire spunti e appunti su digitale e dintorni, per riflettere a tutto campo su innovazione e digitale. Oggi abbiamo scelto di parlare della comunicazione social di Salvini.
Che la macchina della comunicazione del leader della Lega stesse scricchiolando siamo stati tra i primi a segnalarlo poco meno di un anno fa. Non a caso il presenzialismo televisivo è ai massimi livelli, probabilmente per compensare una comunicazione sui social, e naturalmente in particolare su Facebook, vera “roccaforte” di Salvini, che inizia a fare acqua da tutte le parti.
Del resto un sistema di consenso basato puramente su una logica amico/nemico non può neppure mai arrivare a conseguire il proprio risultato finale [la sconfitta del nemico], se non a rischio di perdere l’unico collante del proprio gruppo, o dei propri elettori.
Arrivano ora nuovi segnali di quanto la macchina di comunicazione del leader legista abbia evidenti problemi. Infatti, iniziano ad essere in parecchi a segnalare che pare davvero che ci sia odore di like/fan comprati da parte di Salvini. Una fetta consistente di sudamericani, ma anche di greci, che mettono mi piace alla pagina e/o ai post, sono senza ombra di dubbio un forte indizio, diciamo, che si tratti di profili creati ad hoc, o appunto acquistati.
Indizio rinforzato anche dal fatto che lo stesso post ottenga una differenza tale di gradimento tra Facebook e Twitter che non può essere spiegato solo con un pubblico diverso. A meno che, appunto, non ci sia qualcosa di strano sotto.
Di recente, Facebook ha riconosciuto DataMediaHub come ente di ricerca [GRAZIE!], e dunque ci ha accordato, da circa un mese, l’accesso a CrowdTangle, la piattaforma di analisi di proprietà di Facebook stesso, che normalmente ne consente l’utilizzo a grandi realtà editoriali e, appunto, enti di ricerca. CrowdTangle ha il grande vantaggio di andare a pescare molto in profondità nelle piattaforme social della “famiglia” Facebook.
Ecco che allora, grazie appunto a CrowdTangle, abbiamo deciso di approfondire. Non mancano gli elementi di interesse.
Infatti, analizzando le fanpage dei principali leader politici, e il loro andamento negli ultimi trenta giorni, emerge come, da un lato sia proprio la pagina Facebook di Salvini quella che nell’ultimo mese ha guadagnato il maggior numero di fan, mentre dall’altro lato il tasso di interazione per numero di follower, ovvero il numero di interazioni [like + commenti + condivisioni] diviso per il numero di post, diviso per la media del numero di fan nel periodo, sia uno dei più bassi tra i leader politici presi in esame. E ieri è sceso addirittura ad un interaction rate, così come definito, del 0.39%, e la proiezione di ulteriore calo.
Di sicuro, l’arrivo della pandemia gli ha tolto di bocca il tema caldo dei migranti parassiti, la ringhiosa e tatuata propaganda d’ogni razzismo rionale, perfetta per istigare a un presunto orgoglio xenofobo, il tipico prêt à porter della destra che voglia rifarsi al nazionalismo, come scrive quest’oggi “Il Riformista” [a pagina 11].
Insomma, “la bestia” è ferita seriamente, perchè in questa fase l’essere contro non funziona, o comunque funziona molto meno, e pare talmente all’angolo da dover ricorrere a mezzi e mezzucci di quart’ordine per salvare le apparenze. Ma la sostanza non cambia.
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