Ad Ottobre 24.6 Milioni di Italiani Davanti la TV Lineare nel Prime Time

È certamente vero che giovani e giovanissimi privilegino sempre più streaming e on demand, ma in un Paese sempre più di “vecchi” la TV lineare continua a dominare.

Potrebbe essere questa l’estrema sintesi di quanto emerge dai dati di ascolto nel giorno medio ad Ottobre di quest’anno. Infatti, secondo Auditel, nel giorno medio oltre dieci milioni di italiani hanno guardato la “televisione tradizionale”, con un picco sino a poco meno di 25 milioni dei nostri connazionali incollati allo schermo televisivo in prima serata.

A conferma di quanto l’ascolto televisivo sia ancorato alla tradizione, e alle persone âgée, lo share di RAI1 che domina nel giorno medio e si posiziona come il canale televisivo più seguito in quattro fasce orarie su sette. Uniche eccezioni il pomeriggio dove invece a dominare è Canale 5 e, la mattinata che va ai canali che non sono i primi sette del nostro telecomando.

Rai Digitale, che include i canali Rai Gulp, Rai Sport1, Rai Sport2, Rai4, Rai5, Rai News, Rai Scuola, Rai Storia, Rai Premium, Rai YoYo, e Rai Movie, oscilla tra il 6 e il 9.1 di share a seconda delle diverse fasce orarie. Mediaset Digital, che include Mediaset Extra, Italia 2, Top Crime, Boing, Iris, La5, Cartoonito, e Premium Calcio, invece tra il 6.3 e l’8.7. Anche Discovery, che include i canali Discovery e quelli Switchover Media [Focus, Giallo, K2, Frisbee, Gxt], tra il 5.9 e l’8.1 di share.

Anche l’informazione, i telegiornali, ad Ottobre vedono sempre in testa RAI1, con il TG1 che nel day time si attesta a 3.1 milioni di telespettatori, contro i 2.8 del TG5, mentre la sera il TG1 supera i 4.7 milioni di ascoltatori, rispetto ai 4.2 del TG5. Calo del Tg La7 di Mentana, a 1.1 milioni di telespettatori [–0.6% su Ottobre 2018], che, guarda caso, è in linea con la battuta d’arresto della rete più brandizzata sull’approfondimento politico, e l’informazione più in generale.

La misurazione degli ascolti digitali televisivi, i cui dati hanno iniziato ad essere disponibili pubblicamente a partire dalla fine di Giugno di quest’anno, sui device non è sommabile alla misurazione degli ascolti TV sugli individui della TV lineare. Per questo motivo, invece di analizzare i “legitimate streams”, le visualizzazioni editoriali e pubblicitarie iniziati e visualizzati per almeno 0.3 secondi, abbiamo scelto di concentrarci sui dati relativi al tempo speso.

Il totale tempo speso è calcolato sommando tutti i secondi in cui ciascun  device [mobile, PC, smart TV, e altro] ha visualizzato contenuti editoriali e pubblicitari.

In questo caso la situazione si ribalta rispetto alla TV tradizionale con Mediaset a dominare su RAI, e Canale 5 costantemente superiore a RAI1 dall’inizio delle rilevazioni, nella settimana 16 – 22 giugno, sino agli ultimi dati disponibili, relativi alla settimana dal 10 al 16 Novembre.

Stando ai trend dei nuovi consumi televisivi, presentati alla fine della scorsa settimana, la vita lineare del contenuto in palinsesto rimane allo stato attuale delle cose la legacy centrale, ma a questa dimensione, come ci dicono anche i dati Auditel sotto riportati, se ne aggiungono altre, ed il contenuto TV vede allungarsi nel tempo ed espandersi nello spazio il suo ciclo di vita.

Infine, dai dati forniti durante l’evento “Love the value of tv”, organizzato da Fcp-Assotv, il ramo televisivo della federazione delle concessionarie di pubblicità, la televisione, pur generando il 67% del tempo speso, raccoglie il 46% degli investimenti del nostro Paese. Dati che sembrano più una difesa d’ufficio, e che probabilmente non tengono conto del tempo speso online, ed infatti stridono, per così dire, rispetto a quelli presentati pochi giorni prima dall’Osservatorio Internet Media della School of Management del Politecnico di Milano, sia perchè non sembrano considerare la fortissima crescita del formato video, che è quello con la maggior crescita, che perchè non paiono tener conto della “addressable TV”, incipiente fenomeno anche in vista del nuovo switch verso la tecnologia HbbTv.

Insomma, la TV sicuramente non è “morta”, ma non vi è dubbio che la sua fruizione, nell’era dello schermo diffuso, sia cambiata molto, e cambierà ancora di più nel futuro prossimo, anche se l’amico di lunga data, Gianluca Diegoli, scrive che un palinsesto servirà comunque e di solito c’è da credergli], con un inevitabile impatto sull’allocazione degli investimenti pubblicitari.

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