Da un paio di anni a questa parte il Censis non rende più disponibile il rapporto integrale, se non acquistando il volume cartaceo, ma solamente la sintesi dei diversi capitoli, fornendo anche agli organi di informazione solamente un estratto del rapporto stesso.
Visto che la sintesi del capitolo dedicato a media e comunicazione è inevitabilmente estremamente parziale, abbiamo richiesto ed ottenuto [GRAZIE!] il rapporto completo che ci è stato recapitato la scorsa settimana.
Dopo che ieri, nel nostro digest settimanale “Digital Media Sunday Brunch” [qui per iscriversi] abbiamo pubblicato l’elaborazione dell’evoluzione dei consumi mediatici dal 2007 al 2018, oggi pubblichiamo l’elaborazione su quelli che, secondo i dati del rapporto 2018, sono i mezzi d’informazione utilizzati dagli italiani negli ultimi sette giorni.
È infatti di grande interesse da più punti di vista la fotografia scattata dal Censis sulla penetrazione dei diversi media come fonte d’informazione.
Naturalmente regna sovrana la televisione con i telegiornali al primo posto come fonte d’informazione. Se mediamente i notiziari televisivi sono utilizzati dal 65% degli italiani per informarsi, questa percentuale scende al 57.2% per coloro di età compresa tra i 14 e i 29 anni, per invece raggiungere l”82.8% tra chi ha tra 65 e 80 anni. Nessuna differenza emerge invece per quanto riguarda il livello di istruzione con sia coloro in possesso di licenza elementare o media che chi invece ha un diploma o una laurea in entrambi i casi al 65%.
Subito dopo i TG, seppure con un’ampia distanza, la seconda fonte d’informazione è Facebook, con una penetrazione del 25.9% che sale al 36.3% per chi ha tra 30 e 44 anni, e raggiunge il 30.4% per coloro in possesso di diploma o laurea. Nell’ultimo anno Facebook ha subito una battuta d’arresto, con un calo del 9.1% di utenza a scopi informativi, ma resta ben 11 punti percentuali sopra i quotidiani cartacei a pagamento e addirittura 17 punti percentuali al di sopra dei quotidiani online.
Dati che confermano, se necessario, quanto inadeguato sia l’utilizzo del social network più popoloso del pianeta da parte dei newsbrand del nostro Paese, come del resto emergeva sia dal nostro rapporto che da quello stilato da Innova et Bella, che continuano a gongolare di metriche senza valore confermando ulteriormente, ahinoi, la loro arretratezza e inadeguatezza, anche in tal senso.
Infatti, la penetrazione dei quotidiani online è inferiore al 9% e scende addirittura al 7.3% per quanto riguarda la fascia di età 14 – 29 anni. Dunque i social NON sono piattaforme di distribuzione e non servono ad attirare nuovi pubblici, ed in particolare i giovani, tallone d’Achille da sempre dell’informazione.
La penetrazione dei quotidiani online è, quasi, pari a quella del televideo come fonte d’informazione, e non compensa neppure lontanamente il calo, il crollo, dei giornali nel formato tradizionale cartaceo. Tirate voi le somme.
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