“DigitalMente”, rubrica settimanale che ogni Venerdì prova a fornire spunti e appunti su digitale e dintorni per riflettere a tutto campo su innovazione e digitale. Oggi abbiamo scelto di parlare utilizzo di Internet e acquisti online.
Pubblicati da Eurostat a fine anno i dati della penetrazione di Internet, in termini di percentuale della popolazione che ha usato la Rete almeno una volta negli ultimi dodici mesi, e della porzione di individui che hanno fatto almeno un acquisto online nell’ultimo anno nei Paesi della UE28. I dati sono aggiornati al Dicembre 2018.
Per quanto riguarda l’utilizzo di Internet al primo posto troviamo la Danimarca con il 98% di coloro di età compresa tra i 16 ed i 74 anni che hanno utilizzato la Rete almeno una volta negli ultimi dodici mesi. Valore di undici punti percentuali superiori alla media UE28.
Di dieci punti percentuali inferiore alla media UE28 invece, e al fondo della classifica, la penetrazione di Internet in Italia che fa meglio solamente di Croazia, Portogallo, Grecia, e Bulgaria.
È sempre la Danimarca al primo posto anche per quanto riguarda gli acquisti online con l’84% della popolazione che ha effettuato almeno un acquisto su Internet negli ultimi dodici mesi. Un valore in questo caso superiore di ben ventiquattro punti percentuali rispetto alla media UE28.
Entrando nel dettaglio di ciò che viene acquistato online, escludendo vestiti e articoli sportivi, non sono i giovani, coloro di età compresa tra 16 e 24 anni, i principali acquirenti bensì le persone di maggiore età. In particolare, per quanto riguarda libri, periodici e quotidiani sono coloro tra i 55 ed i 74 anni i principali acquirenti.
Ancora una volta ben distante dai Paesi più evoluti, ed esattamente ventiquattro punti percentuali rispetto alla media UE28, l’Italia, con poco più di un terzo della popolazione [36%] che afferma di aver acquistato online nell’ultimo anno. Anche se si tratta di un valore che aumenta di quattro punti percentuali rispetto al 2017, e più che doppio rispetto al 2010, il nostro Paese si colloca in posizione inferiore rispetto anche a nazioni quali, ad esempio, Ungheria e Portogallo.
Dati che si commentano da soli su quale sia, ancora una volta, il pietoso stato della nostra nazione rispetto a Paesi che sono, ad oggi, nostri alleati ma, come noto, anche nostri competitor.
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