Zone Temporaneamente Autonome [Ri]Nascono

Sono trascorsi poco meno di cinque anni da quando, dalle ceneri de “il Giornalaio”, è nato DataMediaHub.

In questi cinque anni sono successe ovviamente molte cose, come sempre accade sia positive che negative. La peggiore in assoluto è stata la morte di Massimo Gentile, amico e “fucking genius”, come ebbi modo di definirlo,  a nome di tutti noi, il giorno dopo la sua prematura scomparsa, che continua a lasciare un vuoto incolmabile nella mia mente e nel mio cuore. La migliore, come testimonia anche la nuova sezione del nuovo sito che state guardando, l’autorevolezza che ci è stata riconosciuta da molti per il lavoro svolto in questo tempo. Il miglior premio indubbiamente al quale il sottoscritto, e tutto il nostro gruppo di lavoro, potesse ambire.

Cinque anni nei quali abbiamo cercato di fare il nostro lavoro fornendo spunti di riflessione e di azione, provando a spronare, in particolare, il mondo dei media e della carta stampata, come quando abbiamo spiegato prima di ogni altro in Italia cosa fosse la membership e quali i vantaggi, o quando abbiamo regalato l’analisi critica del perché non fosse opportuno da più punti di vista aderire ad Instant Articles di Facebook, o quando, ancora, abbiamo spiegato come e perché la presenza sui social da parte dei newsbrand italiani fosse inadeguata e pericolosa per loro stessi prima di tutto, azzeccandoci, come direbbe Di Pietro, e anticipando i tempi, in questi e in molti altri casi, scusandoci se per una volta ci permettiamo di non essere “pollitically correct”, di vantarci di quanto fatto.

Molte delle cose che ci eravamo prefissati quando abbiamo dato luogo alla nascita di DataMediaHub si sono realizzate e altre, fondamentalmente per mancanza di tempo, no, come l’apertura di un’area community. Ipotesi di lavoro accarezzata sin dall’inizio che è rimasta nel cassetto dei sogni, purtroppo. Ma senza sogni, siamo convinti, non si vive, e siamo felici di averli coltivati.

Un ringraziamento sincero è doveroso per gli altri co-fondatori del progetto originale, che oltre a Massimo Gentile comprendeva Alessio Cimarelli e Andrea Nelson Mauro, che con immutata stima siamo felici abbiano preso la loro strada. Così come, naturalmente, non possiamo che ringraziare i contributi nel tempo di Mara Cinquepalmi, Pierluigi Vitale, Donata Columbro, Bruno Mastroianni, e Giovanni Tridente [e altri ancora il cui elenco diventerebbe lungo e, forse, noioso completare], che hanno saputo e voluto accompagnarci nel tempo in questo tortuoso cammino.

Comunque sia, cinque anni nell’era del digitale sono un lasso di tempo incredibilmente ampio ed è giunta l’ora di voltare pagina, da oggi.

Chi mi conosce, o più semplicemente mi segue sin dai tempi di Mañana Sol y Buen Tiempo, uno dei primissimi blog verticali dedicati al marketing in Italia, o di Marketingblog, spazi curati dal sottoscritto ai tempi delle guerre puniche, e della blogosfera, ed anche di Marketing Agorà, comunità di pratica sul digital marketing, con fior fiore di professionisti come contributor, implosa sulla ambizioni personalistiche, come spesso accade in questi casi, di qualcuno, sa quanto mi sia caro il concetto di TAZ, delle zone temporaneamente autonome, di Akim Bey.

Ebbene, con oggi “muore” questa zona temporaneamente autonoma chiamata DataMediaHub e contemporaneamente rinasce sulle sue ceneri, con lo stesso nome, ma con molte differenze rispetto a prima.

Cambiamento percepibile già dal payoff che da “l’informazione sui media come non l’avete mai vista”, diventa “in media stat virus” [NON è un refuso, naturalmente].

Un nuovo gruppo di lavoro, costituito esattamente per la metà da donne, come spieghiamo nel chi siamo: «Siamo donne e uomini. Un gruppo di professionisti con anni di esperienza nel giornalismo, nella comunicazione e nel marketing, nel design grafico e nelle ricerche di mercato in grado di offrire un servizio completo tailor made in tutta l’area della comunicazione d’impresa e del marketing».

Cambiamento che naturalmente non riguarda solamente il gruppo di lavoro, e il layout del sito, ma che riguarda anche la tipologia di contenuti, con un focus decisamente inferiore rispetto al passato sul comparto editoriale [al quale restiamo comunque interessati a vario titolo], che abbiamo già perseguito negli ultimi mesi, e una frequenza di pubblicazione che sarà leggermente minore, nell’area, nuova, che abbiamo chiamato Think Thank, visto che siamo stati definiti così a più riprese [GRAZIE!!!], ma con contenuti sempre più frutto di desk research  e contenuti originali da noi prodotti. Un pò meno, ma speriamo di ancor maggior valore rispetto a ieri, e con un orizzonte meno ristretto, più ampio.

Il resto potete vederlo con i vostri occhi, da cosa facciamo, alla sezione dedicata alle case studies [che presto amplieremo e arricchiremo], passando per dicono di noi e la newsletter, uno dei pochi elementi di continuità, digest domenicale che conta oltre mille iscritti con professional di alto standing nei loro rispettivi settori in ascolto [GRAZIE!] ogni settimana.

Insomma, sempre per restare all’idea di TAZ succitata, «…..la domanda per l’eruzione del meraviglioso nell’ordinario diventerà la più sonante, pregnante e tumultuosa di tutte le richieste; un futuro che inizierà [aspetta un attimo, fammi guardare l’orologio] 7…6…5…4…3…2…1…Ora!» [Akim Bey, T.A.Z. Zone Temporaneamente Autonome].

Ce n’est qu’un début. Nei prossimi giorni completeremo e miglioreremo ancora alcuni dettagli, e naturalmente saremo in evoluzione costante per definizione.  È il web 2.0, bellezza!

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