Quotidianamente riceviamo comunicati stampa che, a prescindere dal fatto che in questi spazi non ci dedichiamo al copia-incolla, né tantomeno al marketting [non è un refuso], non potremmo diffondere sul nostro sito, e neppure sui social, nemmeno se la fonte fosse la persona a noi più cara per l’assoluta incongruenza rispetto ai temi da noi trattati.
È un ondata quotidiana di cose che riempiono le nostre caselle di posta elettronica, come quelle di molte altre vittime incolpevoli. Invii “a pioggia” senza nessun valore o significato, come quello sotto riportato, a titolo esemplificativo, che, appunto, non potremmo mai, neppure volendo, condividere/riprendere su DataMediaHub e/o sui nostri canali social, ricevuto ieri tra i tanti arrivati a gonfiare la nostra casella di posta elettronica.
Bologna, 09 ottobre 2018. XXX ha terminato la costruzione e la messa in esercizio di un impianto fotovoltaico su terreno che fornirà energia alla raffineria di Gela per conto di XXX, la nuova società del gruppo XXX dedicata allo sviluppo di progetti per la produzione di energia da fonti rinnovabili in Italia.
Il sistema realizzato da XXX, controllata di XXX [Gruppo XXX], sarà in grado di sviluppare una potenza di 995 kWp, con una capacità di produzione pari a 1.956 MWh/anno, ottenuta grazie all’utilizzo di tracker monoassiali di ultima generazione, che permettono ai 2.884 pannelli policristallini installati di orientarsi a seconda della posizione del sole.
L’impianto è il secondo che XXX realizza per XXX e, nello specifico, si inserisce nel processo di riconversione della raffineria di Gela. La raffineria a ciclo tradizionale diverrà infatti un impianto di produzione di bio-carburanti, riuscendo a rispondere alle più recenti direttive europee che impongono, su impianti di nuova costruzione, la riduzione delle emissioni di gas serra del 60% su tutta la filiera.
Ad aprile 2018 XXX aveva già connesso alla rete un impianto fotovoltaico di potenza pari a 964 kWp interamente a supporto del “cervello” operativo per l’XXX Green Data Center, situato nel comune di Ferrera Erbognone [PV], a ridosso della raffineria di Sannazzaro de’ Burgondi.
Lo sviluppo di energie rinnovabili nei Paesi e nei luoghi in cui XXX opera rappresenta un elemento fondamentale nella strategia della società di evoluzione del modello di business verso uno scenario low carbon.
“Il rinnovo della fiducia da parte di un importante player dell’energia italiano e di livello internazionale come XXX, è la conferma della qualità dell’operato e dei servizi offerti da XXX, che ha già alle spalle oltre 240 impianti realizzati nel mondo. XXX, anche in questa occasione, ha trovato la soluzione più idonea per risolvere le esigenze specifiche del Cliente, garantendo un elevato livello costruttivo dell’impianto, tramite l’utilizzo di una struttura zavorrata al suolo e con cavidotti realizzati in cemento armato carrabile, vista l’impossibilità di effettuare scavi a causa della tipologia del terreno,” ha commentato Andrea Venezia, CEO di XXX.
Tutto questo mentre la polizia della contea di Gwent, nel Galles, ha detto ai giornalisti di controllare i canali social delle forze dell’ordine perché non invierà più comunicati stampa ai media, spiegando che in futuro avrebbe postato tutti gli aggiornamenti su Facebook e Twitter e che qualsiasi annuncio o aggiornamento pubblicato fuori orario sarà disponibile solo sulla pagina Facebook di Gwent Police.
Quella del Gwent non è l’unica forza di polizia che ha smesso di inviare comunicati stampa tramite liste di distribuzione di email. La polizia del Nottinghamshire, nel centro dell’Inghilterra, dove, il caso vuole, ho vissuto per circa tre anni della mia vita in gioventù, ha smesso di farlo anni fa, optando invece per inviare avvisi sul proprio sito Web e sulle piattaforme di social media.
Ho visto con i miei occhi i giornalisti all’interno delle redazioni con cui ho avuto il piacere di collaborare cancellare pagine intere di mail ricevute senza neppure aprirle. Un comportamento non solo legittimo vista l’irrilevanza conclamata della stragrande maggioranza dei contenuti trasmessi, ma ancor più naturale se si pensa che se non vi fosse questa autodifesa i giornalisti passerebbero il tempo a smistare corrispondenza invece che fare il loro lavoro. Cosa che naturalmente non ha senso da alcun punto di vista.
I comunicati stampa a pioggia sono “morti”, e se siete la “famosa agenzia di PR” e continuate a farlo, infastidite i vostri interlocutori e create un’immagine negativa di voi e del vostro lavoro. Decisamente meglio affidarsi a social newsroom create ad hoc dove si possano reperire informazioni e materiali altrettanto ad hoc se specificatamente interessati ad un determinato argomento/settore/brand, e appoggiarsi a piattaforme quali iPress.
L’outbound marketing è morto, o comunque agonizzante, da tempo in favore dell’inbound marketing, e di tutto quello che ne deriva, dal content marketing al brand journalism, vale esattamente lo stesso concetto per le PR, e naturalmente per le digital PR.
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