In questi giorni abbiamo letto alcune analisi su come i membri del Governo utilizzino i social. Si va dalla narrazione su colui che sarebbe dietro al “successo” di Matteo Salvini, Luca Morisi, ad analisi prettamente quantitative sul numero di follower e fan, per arrivare a spingersi sino ad analizzare la reputazione online dei ministri del governo Conte. Analisi quest’ultima che basandosi sul “sentiment” ci pare un po’ azzardata stante le incertezze, diciamo, degli automatismi dei tool per quanto riguarda la semantica.
Comunque sia, si tratta in ogni caso di analisi esclusivamente quantitative che nella migliore delle ipotesi descrivono quale sia il grado di attrazione dell’audience attraverso i social, e in minima parte il gradimento, o meno, di quello che i politici postano sui social. Ecco che allora abbiamo invece voluto misurare quanto i politici interagiscano con le persone sulle diverse piattaforme social, per capire davvero quale sia la strategia di comunicazione e relazione.
Abbiamo misurato la comunicazione e l’interazione su Twitter e su Facebook del Presidente del Consiglio e dei 17 ministri.
Per quanto riguarda Twitter sono stati analizzati gli ultimi 3.200 tweet di ciascun soggetto, o meno quando gli account sono stati aperti dopo come nel caso, ad esempio, del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, che ha aperto i propri account solo ad inizio Agosto. In particolare ci siamo focalizzati sul numero medio di tweet giornalieri, per misurare l’intensità di utilizzo della piattaforma di microblogging, e sulle risposte, per misurare, appunto, lo stile di comunicazione e relazione.
In termini prettamente quantitativi è il vicepremier e Ministro degli Interni, Matteo Salvini, a conquistare la vetta con una media di poco meno di 12 tweet al giorno, mentre all’estremo opposto troviamo, oltre a Marco Bussetti, che come detto è approdato su Twitter pochi giorni fa, Erika Stefani, Ministro per gli Affari Regionali e Autonomie, con 0.1 tweet/die, e Enzo Moavero e Paolo Savona che addirittura non hanno neppure un account.
Se Salvini guida la classifica del numero di Tweet, il leader della Lega fa parte del vasto numero di coloro che praticamente non rispondono mai. Sono infatti solamente un terzo i ministri che hanno un tasso di risposta superiore al 3% mentre tutti gli altri stanno al di sotto, a cominciare proprio dal “capitano” al 1%.
Tra tutti spicca Giulia Buongiorno che su 3.108 tweet dall’apertura dell’account [che non è “verificato”], il 7 Novembre 2012, ad oggi, ha fornito ben 1.511 “replies”, pari ad un tasso di risposta del 49%. Va detto che tra i dieci account ai quali la Ministra della Pubblica Amministrazione risponde maggiormente troviamo “influencer”, come il caso dell’amico @Insopportabile [42 risposte], e giornalisti quali @andreasarubbi [22 risposte], @e_terranova [14 risposte], e @Tommasolabate [13 risposte], ma non vi è comunque dubbio sulla disponibilità all’interazione dell’avvocatessa.
L’infografica sottostante fornisce il dettaglio per il Premier e gli altri 17 Ministri, con, oltre alla Buongiorno, solamente Gian Marco Centinaio, Lorenzo Fontana, Sergio Costa, Barbara Lezzi, e Alfonso Bonafede, che hanno un tasso di risposta superiore al 3%.
Per quanto riguarda Facebook abbiamo analizzato [*] i post delle fanpage dei 18 politici esaminati, ad eccezione di quelle di Enzo Moavero , Giovanni Tria e Paolo Savona, che hanno solamente pagine che portano i loro nomi con lo stesso messaggio: «ATTENZIONE: Questa pagina NON è gestita direttamente dal politico [nome del politico], ma è a sostegno del suo lavoro come Ministro [specifica] nel Governo Conte. Per info o richieste lasciate un messaggio privato». Pagine naturalmente che hanno pochissimi post ed un numero di fan assolutamente insignificante.
Ebbene, in questo caso la situazione è, se possibile, ancora peggiore, su 69.512 commenti postati dalle persone siamo vicini allo zero assoluto di risposte. Su circa 70mila commenti, per la precisione, le risposte sono 10: sei di Barbara Lezzi in due post recenti, una di Sergio Costa, e due di Alfonso Bonafede, tutti gli altri non rispondono mai.
Come mostra l’infografica sottostante, da fine Luglio ad oggi, 2.2 milioni di mi piace, 553mila condivisioni, e, appunto, quasi 70mila commenti, per una media di oltre 9mila commenti al giorno, che non ottengono risposta alcuna dai diretti interessati, da coloro che hanno dato il via a questo incredibile volume di conversazioni. Mondi apparentemente vicini che in realtà non lo sono.
Insomma, per i politici [analizzeremo nei prossimi giorni anche i politici non al governo, ma “a naso” non crediamo che troveremo grandi differenze] i social sono solamente un grande megafono da usare per gridare ai quattro venti le loro idee. Se consideriamo il grande volume di condivisioni, e la relativa amplificazione dei contenuti, è chiaro che la presenza sui social è ad un livello di retroguardia rispetto alla “vecchia” comunicazione politica. Se infatti nelle interviste, nei dibattiti, nei talk show vi sono, seppur più o meno appropriate, domande e risposte, in questo caso invece, come documentato la comunicazione è pressoché esclusivamente mono-direzionale. Non è un bene sotto il profilo della comunicazione, e probabilmente neppure per la politica e la democrazia.
[*] Dati Talkwalker con cui DataMediaHub ha una partnership per l’ascolto della Rete
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