Facebook ha diffuso i risultati relativi al secondo trimestre 2018. Risultati ai quali i mercati finanziari hanno reagito in maniera estremamente negativa con un tonfo del titolo del -20%.
Risultati che immediatamente i media hanno attribuito allo “scandalo” Cambridge Analytica e a tutto quello che, come sappiamo, ne è seguito. Proviamo a dare un’altra chiave di lettura alla questione.
Se certamente, secondo i dati diffusi, vi è un rallentamento della crescita degli utenti attivi giornalieri rispetto al trimestre precedente, altrettanto certamente la crescita rispetto al trimestre corrispondente dell’anno precedente è comunque del 11%. Lo stesso dicasi per quanto riguarda gli utenti attivi mensili, che comunque arrivano ad essere oltre 2.2 miliardi.
L’unico calo si registra in USA e Canada con una perdita di tre milioni di utenti giornalieri rispetto al trimestre precedente, ma comunque, anche in questo caso, in crescita rispetto al trimestre corrispondente dell’anno precedente.
Anche la crescita dei ricavi subisce un rallentamento, ma comunque questi crescono del 10.6% rispetto al trimestre precedente e di ben il 43.3% rispetto al trimestre corrispondente dell’anno precedente.
Crediamo davvero che qualunque impresa attiva sul mercato sarebbe ben felice di avere di questi “problemi”. Il vero problema, come abbiamo provato a spiegare a fine Febbraio di quest’anno, è la fase del ciclo di vita della piattaforma social che ha raggiunto la propria maturità.
Facebook per non arrivare al declino deve, dovrà, effettuare una serie di interventi mirati a rivitalizzare il ciclo di vita, e dunque tornare a crescere a ritmi ancor più sostenuti. Sino a questo momento, se si escludono gli interventi sulle communities, sui gruppi, ha dovuto obtorto collo concentrare i propri sforzi, le proprie energie e risorse, sulla privacy e sulla trasparenza e, diciamocelo, in quattro mesi ha fatto più di quanto la stragrande maggioranza delle imprese sarebbe riuscito a fare in un periodo così breve, ma naturalmente non ha potuto dedicarsi allo sviluppo. Prima di suonare le fanfare della “morte” di Facebook ci penserei molto, ma molto bene.
L’infografica sottostante mostra la crescita degli utenti giornalieri, in valori assoluti, rispetto al trimestre precedente, dal 2011 ad oggi.
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