Decisamente il 2018 non è un buon anno per le valutazioni dei principali gruppi editoriali italiani. A chiusura del 2017 avevamo scritto di segnali positivi sui valori di capitalizzazione dei principali gruppi editoriali, nonostante i conti economici ancora in sofferenza, effetto principalmente della politica dei tagli alle spese messa in atto per limitare le perdite.
Ma i mesi dalla fine dello scorso anno ad oggi sono invece segnati da un netto calo: se a fine dicembre del 2017 il valore di capitalizzazione dei tre principali gruppi editoriali italiani – Rcs, Mondadori e Gedi – era complessivamente di 1,548 miliardi quella a chiusura della giornata di ieri (30 maggio) è di 1,067 miliardi -480 milioni (-31%).
Una tendenza che certo si è fatta più evidente in questi giorni particolarmente complicati per la Borsa italiana, ma comunque costante anche nei mesi scorsi: se guardiamo al loro valore complessivo di fine aprile (la fonte sono i report “storici” della Borsa Italiana) vediamo che è stato di 1,258 miliardi, quasi 300 milioni in meno in soli quattro mesi (-19%).
Complessivamente il settore “media” a fine dicembre aveva un valore di capitalizzazione complessivo di 8,125 miliardi di euro mentre a fine aprile di 7,824 miliardi, -300 milioni. Una flessione quindi complessiva del settore (-4%) ma decisamente meno evidente di tre gruppi editoriali così importanti nel quadro dell’industria editoriale italiana.
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Se guardiamo nel dettaglio il gruppo editoriale più in sofferenza è Gedi che nel maggio dello scorso anno aveva, al suo esordio in borsa dopo nuovo assetto societario, un valore di capitalizzazione di 352,81 milioni di euro che a fine del mese successivo saliva a 412,16 milioni. Quest’ultimo valore però rappresenta la quotazione massima, a dicembre 2017 la capitalizzazione del gruppo nato dalla fusione del gruppo Espresso e Itedi era di 346,91 milioni e a febbraio 2018 il suo valore è sceso sotto quota 300 milioni (299,52 milioni) una tendenza confermata nei mesi successivi fino agli attuali 180 milioni. Una flessione che sfiora il 50% in un anno dal suo debutto in Borsa.
In sofferenza anche il valore di Mondadori, che a fine dicembre del 2017 aveva una capitalizzazione di 547 milioni di euro salita a gennaio a 589 ma in rapida discesa nei mesi successivi: a fine aprile lo “storico” è di 427 milioni, la valutazione al 30 maggio di 316 milioni. La flessione del gruppo prendendo come riferimento la quotazione di chiusura del 30 maggio 2018 è di -26% rispetto a maggio del 2017 e del -42 rispetto alla valutazione di fine dicembre.
Anche la valutazione di Rcs è in calo – anche se su scala decisamente minore rispetto agli altri due gruppi presi in considerazione – dopo che nel maggio del 2017 aveva raggiunto il massimo storico di questi ultimi anni superando i 700 milioni. A fine dicembre 2017 la valutazione del gruppo guidato da Urbano Cairo era di 653 milioni al 30 maggio di 571 milioni per flessione del 13% su fine anno scorso e del 19% sui 12 mesi.
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