Come Utilizzare Facebook per Avere Dati di Mercato

Abbiamo visto ieri come attraverso “Audience Insight” di Facebook, strumento per la pianificazione degli annunci pubblicitari, sia possibile estrapolare l’audience della piattaforma social. Se nell’articolo di ieri il focus era sulla sulla composizione dell’audience di Facebook per età, genere, interessi, professioni, situazione sentimentale, attività svolte e device utilizzati nel nostro Paese, come promesso, vediamo oggi come usare questo strumento in maniera più mirata per estrarre informazioni utili alla definizione di un determinato segmento di mercato, e dunque in ultima analisi di marketing.

Molto spesso infatti è difficile, o molto costoso, avere informazioni che aiutino chi si occupa di marketing a definire le potenzialità di un determinato segmento di mercato. Il più delle volte le fonti istituzionali, dalle camere di commercio a Istat, passando per Eurostat e tutti gli altri database disponibili si riferiscono ad uno storico che rischia di essere troppo datato, di scarsa attualità e validità. Difficoltà che si incrementa se l’interesse è relativo ad un’area geografica ristretta e/o ad un segmento molto specifico. In questo caso i dati di Facebook possono aiutarci a raggiungere l’obiettivo. Vediamo come.

Ipotizziamo che si possa essere interessati a vendere corsi di benessere fisico e mentale, quali yoga e meditazione [lo so che può apparire “strampalato” come esempio, ma credo che invece sia funzionale allo scopo], e che in particolare voglia venderli nel Regno Unito, in maniera ancora più specifica a Londra, e per farla ancora più difficile a coloro di età compresa tra 18 e 25 anni. Sicuramente una ricerca ad hoc risulterebbe troppo costosa e difficilmente reperirò tali dati dalle fonti ufficiali. Al contrario Facebook, in maniera gratuita e rapida, può aiutarmi a farmi un’idea delle potenzialità, o meno, di tale ipotesi di lavoro.

Utilizzando appunto “Audience Insight” scoprirò che il pubblico potenzialmente interessato a “meditazione” – secondo le caratteristiche precedentemente definite –  si aggira tra 80 e 90mila persone al mese. Che sono per due terzi donne, single, con un livello di istruzione medio-superiore. Verrò a sapere anche che per 12 punti percentuali più della media degli iscritti a Facebook costoro si occupano di vendite, e dunque potrei pensare di offrire anche corsi su come utilizzare la meditazione per vendere di più e meglio. Oppure che coloro che hanno interesse per la meditazione [a Londra, etc, etc] e si occupano di affari legali sono il 100% in più, il doppio, della media degli utenti della piattaforma social, e dunque potrei provare a fare un accordo con il Bar Council locale.

Ed ancora, scoprirò che i siti web di informazione che il mio pubblico potenziale predilige sono Secret London [sito che se non conoscete vale il tempo di una visita a prescindere dal caso specifico] e Londonist, ragione per la quale potrei naturalmente pensare di pubblicizzare le mie proposte su questi siti e/o raggiungere accordi con loro per una presenza sulle loro pagine Facebook, o altro ancora naturalmente. Scoprirò altrettanto che la maggior affinità è con la fanpage di XOYO, e perciò anche in questo caso potrò immaginare iniziative mirate in tal senso.

Se poi incrociassi tali dati con quelli emergenti grazie all’utilizzo di un altro tool gratuito e veloce, quale lo strumento di pianificazione delle parole chiave di Google, che mi permette di identificare i volumi di ricerca, e dunque il potenziale interesse, per keyword specifiche in aree specifiche, potrei ulteriormente affinare la mia visione su le potenzialità dell’ipotesi di lavoro definita a titolo esemplificativo.

Le informazioni non  strutturate sono il futuro, ma anche il presente, ed i social, a cominciare da quello della piattaforma più popolata del pianeta, sono ricchi di dati in tal senso. Utilizzare, spesso malamente ahimè, i social solo come canale di comunicazione, come avviene nella maggioranza dei casi ad oggi, è avere una miniera d’oro e correre a casa contenti solo con la prima pepita [si, oggi sono in vena di metafore ed esempi “strampalati”]. Se interessa approfondire, citofonare, grazie.

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