Quanto avvenuto a Macerata Sabato non è solo un fatto grave di per se stesso ma è anche il frutto di una campagna mediatica permanente da parte dei giornali di centro-destra che fomentano ormai da anni l’odio razziale senza che venga presa alcuna contromisura, anzi assolvendoli.
Dall’analisi condotta sulle conversazioni sui social, le citazioni relative a Macerata, da quando si è diffusa la notizia del gesto di Luca Traini al momento della redazione di questo articolo, sono oltre 140mila, con un picco di oltre 12mila tra le 14:00 e le 15:00 del 03 Febbraio.
Il “sentiment” di chi si è espresso sui social, pur nei limiti attuali della misurazione di questo parametro, è assolutamente in maggioranza negativo, come dimostra la tag cloud delle conversazioni e il fatto che i tre post che maggior engagement hanno generato, come mostra l’immagine sottostante, siano di ferma condanna rispetto a quello che è di fatto un attentato, un atto di terrorismo di matrice fascista, e razzista. Fascismo e razzismo che, si ricorda, poiché apparentemente sembra sfuggire a taluni, sono entrambi vietati per legge a prescindere da qualsivoglia ulteriore considerazione.
Tornando a quanto più direttamente relazionato alla cronaca, verrebbe da dire allo storytelling, nella sua accezione negativa, che i quotidiani, tranne qualche rara eccezione, hanno fatto di quanto avvenuto, non si può non rilevare che, come giustamente segnala Enrico Mentana, nessuno abbia parlato dei feriti, di chi sono, che storie hanno, come stanno, neppure le testate “progressiste” o “moderate”, come dimostra banalmente la ricerca di notizie relative a “nomi feriti Macerata”, che non complessivamente fornisce alcun risultato in tal senso.
I giornali di centro-destra hanno sposato appieno la tesi del “si, ma” sostenuta dal segretario della Lega, con la testata che ha per nome un ossimoro rispetto alla propria linea editoriale che parla di «Immigrazione da pazzi. Il frutto dell’integrazione all’italiana» , Il Tempo che titola «Tiro al bersaglio, folle spara sugli immigrati a Macerata e gli sciacalli di sinistra incolpano Salvini», l’altro quotidiano della famiglia Angelucci che segue la stessa linea [e il suo direttore che dà “il meglio” di se], e Il Giornale che segue la linea del “folle” e della “bomba immigrazione” con commenti di incitazione all’odio sulla propria pagina Facebook non moderati come d’abitudine.
Ecco che allora, nel tentativo di fare chiarezza sulla questione, e più in generale sulla vergognosa campagna mediatica di queste testate, che da mesi, se non da anni, fomentano ed incentivano gesti quali quello di Macerata, e molto altro ancora, abbiamo prodotto il diagramma di flusso per la gestione delle notizie in caso di massacro secondo quelle che evidentemente sono le logiche delle redazioni delle testate succitate. Testate che sono ormai la fabbrica avvelenata della post-verità.
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