La Sepoltura del Social Media Marketing

Già questa primavera ho avuto modo di scrivere, supportato dai dati come d’abitudine, cosa pensassi del social media marketing di Taffo Onoranze Funebri, azienda acclamata da “social cosi wannabe” e dintorni per la “genialità” della sua comunicazione.

Ebbene, una recente iniziativa mi fornisce modo e motivo di tornare sull’argomento. Infatti, in occasione del lancio di Flatliners – Linea Mortale, l’azienda ha inviato un comunicato stampa, ricevuto anche dal sottoscritto non si capisce a che titolo, nel quale annuncia una iniziativa presso UCI Cinemas di Roma Est in concomitanza del primo weekend nelle sale cinematografiche del film.

Comunicato nel quale, come si può leggere [vedi sotto], tra le altre cose, viene scritto che «Come tutte le iniziative di Taffo, anche questa certamente invaderà i social di foto e racconti».

Siccome restiamo fedeli al motto “In God we trust, all others bring data”, siamo andati a verificare, a misurare, la presunta invasione sui social.

Secondo la nostra analisi dall’uscita del film ad oggi sono state 733 le mention di Taffo, 522 delle quali durante una delle due giornate dell’iniziativa dell’azienda di pompe funebri.

Il post che ha generato maggior engagement è di una tale Maggie Dallospedale, fashion blogger italo-venezuelana sicuramente pagata allo scopo, che ha generato 504 retweet e 13 mi piace a fronte di un’audience potenziale di poco meno di mezzo milione di follower. Cosa che la dice lunga sia sul livello di engagement che sui criteri di scelta degli “influencer” da parte di alcune agenzie e sedicenti società di consulenza.

Non va meglio su Instagram dove il top post per coinvolgimento è di una giornalista, che dichiara di essere la direttrice di un testata iperlocale di newsonline, il cui post totalizza 377 like e 4 commenti a fronte di oltre 24mila follower [BTW ai giornalisti sarebbe vietato fare pubblicità, mi pare]. Mentre i post dell’account aziendale sulla piattaforma social di foto [e video] hanno risultati che definire scarsi è un eufemismo.

Anche su Facebook siamo ai minimi termini, o giù di lì, con la “call to action” a partecipare all’iniziativa che ottiene 26 condivisioni, una 30ina di commenti e [per qual che valgono] 279 “reaction” ed anche il post, pubblicato nella stessa data in cui è stato inviato il comunicato stampa [il 20/11 scorso], realizza 189 condivisioni, un centinaio di commenti – non sempre positivi – e circa 400 reaction, a fronte di una fanbase di oltre 44mila persone. Poca cosa davvero.

Ed ancora, anche con i giornali, con i giornalisti invitati a «provare questa esperienza», non va per niente meglio visto che da quanto ci risulta l’unica uscita è su Roma Today, a pagamento tra l’altro.

Insomma, un flop colossale per un’iniziativa che sicuramente ha richiesto complessivamente un investimento non trascurabile.

Il problema è che nel social media marketing la parola, il termine che fa la differenza è marketing, come vado dicendo, tra gli altri, da tempo, ed è evidente che chi plaude alla linea di comunicazione di Taffo, definendola addirittura geniale,  della materia è abbastanza a digiuno.

Infine, visto che pare che l’iniziativa, dopo il weekend romano, avrà un seguito in tutta Italia, un consiglio gratuito all’azienda: lasciate perdere che state buttando via i soldi mal consigliati da dilettanti allo sbaraglio. Per restare in tema, amen!

Il grafico sottostante visualizza graficamente i dati succitati sull’andamento delle mention per Taffo sui social di Taffo nell’ultima settimana.

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