Total Digital Audience Newsbrand Italia

Pubblicati i dati relativi alla total digital audience del mese di Marzo. Nel mese sono stati 30.6 milioni gli utenti online, pari al 55.5% dellea popolazione, collegati complessivamente per 57 ore e 40 minuti tramite i device rilevati [PC e mobile – smartphone e tablet]. La total digital audience nel giorno medio ha registrato 23.6 milioni di utenti, pari al 42.9% della popolazione, collegati in media per 2 ore e 24 minuti. Sono stati 20.7 milioni gli italiani che si sono collegati da mobile nel giorno medio [il 47% della popolazione di 18-74 anni] e 11 milioni gli italiani online  da PC [il 20% della popolazione 2+ anni], confermando il trend in essere.

Abbiamo estrapolato i dati relativi alla total digital audience dei newsbrand nazionali, sia di derivazione cartacea che all digital, confrontandoli con quelli del Marzo 2016. Diciamo subito che, anche considerando che non sono ancora inseriti i dati dell’audience dei contenuti editoriali fruiti all’interno dell’applicazione mobile di Facebook [in-app browsing e Instant Articles], non ci sono buone notizie per i siti di news del nostro Paese, anche in virtù del fatto che il confronto è a perimetro omogeneo visto che neppure l’anno scorso erano inseriti i dati del traffico dal social più popoloso del pianeta.

Infatti, i 24 siti presi in considerazione complessivamente, al lordo delle duplicazioni, perdono oltre un milione di utenti unici nel giorno medio, pari ad un calo di oltre il 12% [dati no Tal, al netto delle aggregazioni frutto di accordi commerciali].

Sono solo cinque i siti che registrano un incremento rispetto al pari periodo dell’anno precedente: Il Sole24Ore, in barba alle malefatte di una parte del management ed alla relativa “crisi reputazionale”, TGCom24, Fanpage, AGI e Affari Italiani, con questi ultimi due che però restano su volumi decisamente modesti. Stabili Corriere e Citynews. In calo tutti gli altri.

Si va dal -8% di Repubblica al -50% di Blogo e Nanopress, passando per un calo del 20% per HuffPost Italia e il -21% di Libero in barba la click baiting spinto di quella che è probabilmente allo stato attuale la peggior testata nazionale condannata ieri dal consiglio di disciplina dell’OdG Lombardia per il titolo della “patata bollente”. Cali che viste le percentuali a doppia cifra sono solo parzialmente imputabili al “Marzo nero” del 2016 con gli attentati a Bruxelles e quello che ne seguì.

Merita un discorso a parte il crollo de Il Post [-70%] poichè, come spiegato di recente, da quei dati sono stati scorporati quelli di alcuni siti Banzai che su Audiweb vi erano stati associati fino all’estate scorsa.

Si tratta di una tendenza negativa che prosegue ormai da tempo, come abbiamo documentato nei mesi scorsi. La ricerca di volume invece che di valore NON paga, è ormai da un po’ che provo a dirlo…

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