Sul perché della, tanto inattesa quanto non auspicata, vittoria di Trump scorrono già in Rete fiumi di exabyte da ogni angolo del mondo con ben 40 milioni di conversazioni solo per quanto riguarda Twitter.
È chiaro che la Clinton non fosse una candidata gradita alla gente. Un dato di fatto che era emerso già con chiarezza quando vi fu la competizione contro Obama e che è stato ampiamente sottovalutato. Altrettanto, non vi è dubbio che emerga, anche in questo caso, una distanza significativa tra l”establishment, i media che li rappresentano e le persone. Non a caso nel discorso che Trump ha tenuto subito dopo l’ufficializzazione della sua vittoria “people”, persone appunto, è il secondo termine più usato [24 volte], come mostra la word cloud sottostante.
Come scrivevo stamane delle indicazioni sulle probabilità di vittoria venivano già da un’analisi prettamente quantitativa sulle mention dei due candidati su Twitter. Proviamo ad approfondire esaminando anche gli elementi qualitativi.
Secondo i dati di Socialbakers, Trump ha stravinto in termini di engagement sia su Twitter che su Facebook. Un livello di coinvolgimento costantemente superiore alla rivale cresciuto ulteriormente nell’ultimo mese che non lascia dubbi al riguardo.
Insomma, piaccia o non piaccia, Trump ha saputo parlare alle persone con il loro linguaggio come conferma ulteriormente l’analisi dei cluster delle conversazioni relativo alle tre principali parole chiave: Trump, ElectionDay e ElectionNight. Tutto il resto è sovrastruttura, o peggio giustificazioni.
- Libero è il Quotidiano nel Quale gli Italiani Hanno Minor Fiducia - 14 Giugno 2023
- DigitalMente - 28 Aprile 2023
- Gli Utenti degli OTT in Italia - 26 Aprile 2023