Istat ha aggiornato i 303 indicatori territoriali per le politiche di sviluppo. Nella massa di dati disponibile sono andato a pescare quelli relativi alla partecipazione sociale in Rete.
Se si considera che, secondo i dati Istat a fine 2015 erano oltre 34 milioni gli italiani che hanno utilizzato Internet negli ultimi 12 mesi, e che secondo i dati Audiweb la total digital audience a marzo 2016 è rappresentata da 28.3 milioni di utenti unici nel mese e 21.4 milioni nel giorno medio, coloro che usano la Rete per parlare di temi sociali e/o politici è da sempre una minoranza.
Dopo l’esplosione del 2012 coloro che su Internet parlano di temi sociali e/o politici è in netto calo e a fine 2015 i maggiori di 6 anni che negli ultimi tre mesi hanno usato il Web per questa finalità è di circa un quinto del totale degli utenti.
Se consideriamo inoltre che il solo Facebook ha circa 25 milioni di utenti attivi nel giorno medio in Italia, è chiaro che il livello di partecipazione sociale effettivo è di gran lunga inferiore a quello erroneamente percepito, come dimostrato chiaramente dall’ultimo #Matteorisponde che raccoglie 309.000 visualizzazioni, una quota minima rispetto alle persone attive su Facebook, e più in generale in Rete, a quell’ora del giorno.
Sono dati che da un lato forniscono spunti di riflessione per selezionare i temi di community management e, dall’altro lato, sanciscono che le teorie sulla democrazia elettronica [ed affini] sono decisamente aleatorie. Regolatevi, regoliamoci, di conseguenza.
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