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Una sele­zione ragio­nata delle noti­zie di oggi su media, gior­na­li­smi e comu­ni­ca­zione da non per­dere. Gli altri giorni della settimana que­sta rubrica è parte inte­grante di Wolf e dun­que viene pub­bli­cata gra­tui­ta­mente solo il venerdì. Se non volete per­der­vela potete ABBONARVI a con­di­zioni straordinariamente favorevoli.

  • Buon Compleanno – Il Manifesto compie 45 anni. Era infatti il 28 aprile 1971 quando uscì il primo numero del quotidiano. Dopo l’inserto speciale di 128 pagine in edicola da ieri, oggi in regalo le prime pagine del 28 e 29 aprile 1971. 100 di questi anni di cuore, comunque la si pensi abbiamo davvero bisogno di giornali non ricattabili dagli inserzionisti e certamente Il Manifesto è uno dei pochi che lo è  davvero senza se e senza ma. Guardare l’ultimo bilancio per credere in caso di dubbi.
  • Permission Vs Interruption Marketing – Il tema dell’adblocking continua ad essere al centro del dibattito con, per ora, molte parole, ed anche scambi di accuse tra i vari attori coinvolti nel processo, e pochi fatti. A fare chiarezza sul tema arriva un sondaggio condotto da Accenture su 28mila persone che usano la Rete in 28 nazioni, Italia compresa. Dalla sintesi dei risultati emerge che il 74% del campione afferma che le interruzioni pubblicitarie sono troppo frequenti e non collimano con i propri interessi, e che quasi due terzi delle persone [61%] sono a conoscenza di soluzioni per bloccare gli annunci. Fate vobis.
  • No Comment – Mentre alcuni giornali negli USA stanno eliminando la possibilità di commentare gli articoli sul proprio sito, relegando qs possibilità [ed il tempo speso] ai soli social, Gary Illyes, Trend Analyst di Google, spiega che avere una buona sezione di commenti ed una community attiva sul sito è uno degli elementi in base al quale il gigante di Mountain View attribuisce ranking, e relativa visibilità, al sito web. Non abbiamo, non avete, più scuse.
  • Audiweb e Auditel Vanno Armonizzate – Persino sui nomi, la Total Digital Audience di Internet non corrisponde alla Total Audience della televisione, da tempo tutta digitale. Le imprese necessitano di dati il più esatti possibile per pianificare investimenti in comunicazione e gli editori hanno la necessità di conoscere un digital score. Un programma televisivo produce oggi ascolti da televisore, da PC, da device mobile, ma non si è in grado di produrre un digital ccore credibile, né una profilazione di pubblici e sovrapposizioni. Misurare la digital score è obiettivo da perseguire: un data fusion tra le ricerche, la possibilità di fondere i risultati di ricerche diverse ma con un unico impianto, risolverebbe molte incertezze.  Lo spiega molto bene Il Sole24Ore di ieri. Impossibile non essere d’accordo.
  • Publishers & User Generated Content – Nel 2016, quando si parla di quarta rivoluzione industriale e di Web 4.0, il rapporto tra editori e lettori è fermo agli albori della Rete e non vi è un legame stabile e continuativo ad esclusione di persistenti atti predatori sui social. MarketingProfs fornisce 5 ottimi esempi di come alcuni publisher hanno utilizzato gli user generated content per crescere. Vengono fatti i casi di Forbes Contributor Network, della conversational tool bar e del live media wall di Time, di Gawker e di Guardian Witness del Guardian; il tutto corredato da dati che ne evidenziano chiaramente i benefici. Sapevatelo.
  • Il Sex Appeal dei Corpi Digitali – Pubblicato in questi giorni “Il sex appeal dei corpi digitali. Seduzione, amori, tradimenti, malattie e immortalità dei nostri digital body”, ultimo in ordine cronologico dei dieci libri scritti dall’amico Luca Poma. Avvalendosi di ricerche e interventi a livello nazionale e internazionale, tocca vari aspetti del rapporto – esistente e potenziale – tra corpi reali e digital body. Non solo nuove sfide nella gestione – da parte nostra e di altri – del corpo digitale, ma anche problematiche relative all’interconnessione tra differenti identità digitali e all’influenza concreta esercitata dal nostro digital body sulla nostra mappa cerebrale, sulle risorse cognitive di ognuno di noi, probabilmente anche sul nostro patrimonio genetico, e in definitiva sulla nostra intera esistenza. Suggestioni, stimoli innovativi, riflessioni e storie di attualità, navigando in continenti digitali in parte sconosciuti alla ricerca di uno spirito critico e di una maggiore consapevolezza, per difenderci dai pericoli e dalle trappole del mondo digitale, e nel contempo per aprirci a una inarrestabile e ancor più straordinaria epoca di innovazione. Da leggere.
  • Social & Retail – PwC Total Retail Survey 2016 ha analizzato i comportamenti di consumo online e l’attitudine alla multicanalità di 23mila consumatori in 25 paesi, tra cui oltre 1.000 italiani. Gli italiani hanno dichiarato che nel 50% dei casi la ricezione di offerte promozionali tramite social media ha influenzato il loro comportamento di acquisto online. Il 47% degli intervistati invece sostiene che un forte fattore di influenza negli acquisti sia stato leggere review, commenti e feedback sui canali social media. Inoltre Il 37% del campione italiano ha dichiarato che l’interazione con il proprio brand preferito sui social media ha portato a un maggiore gradimento di quest’ultimo, a testimonianza della grande importanza che tali strumenti oggi rivestono per tutte le categorie di produttori. Non credo ci sia davvero bisogno di aggiungere altro.

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