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Una sele­zione ragio­nata delle noti­zie di oggi su media, gior­na­li­smi e comu­ni­ca­zione da non per­dere. Gli altri giorni della settimana que­sta rubrica è parte inte­grante di Wolf e dun­que viene pub­bli­cata gra­tui­ta­mente solo il venerdì. Se non volete per­der­vela potete ABBONARVI a con­di­zioni straordinariamente favorevoli.

  • Il Tempo di Facebook – Facebook aggiorna, ancora una vollta, l’algoritmo che determina quali e quanti post vediamo nel nostro news feed.  Dalle indagini effettuate dal team di ricercatori emerge che non necessariamente il volume delle conversazioni [like + commenti + condivisioni] sia un indicatore dell’interesse nei confronti di un determinato argomento e dunque Facebook adotta come principale parametro il tempo speso per la lettura di un articolo. Mi piace!
  • Alphabet – Diffusi i risultati di Alphabet [aka Google] per il primo trimestre 2016. I ricavi sono stati di 20.2 miliardi di dollari, in crescita del 17% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un risultato che non è bastato ad evitare un calo del 5% del titolo in borsa con gli analisti preoccupati per il costante calo del cpc [-9%].  Come ha scritto qualcuno, quand’è che non è abbastanza fare 20 miliardi in un trimestre? Quando ti chiami Google, elementare Watson.
  • Open Data Barometer – Pubblicata la terza edizione dell’Open Data Barometer, rapporto che fa il punto a livello internazionale, sugli open data in 92 Paesi del mondo, su implementazione ed impatto degli open data in ciascuna nazione. Nelle prime 10 posizioni 5 nazioni europee con il Regno Unito leader assoluto al primo posto, come nel 2015, all’ultimo Haiti. L’Italia? 21esima, migliora di una posizione rispetto all’anno precedente, ma c’è ancora molto da fare, come banalmente testimonia il lavoro che siamo stati costretti a fare durante l’ultima edizione del Festival Internazionale del Giornalismo.
  • Reversed Paywall & Commenti – Tribune Publishing, che possiede il Chicago Tribune e il Los Angeles Times , ha iniziato ad utilizzare il software di SolidOpinion per il sito web del San Diego Union-Tribune durante il fine settimana. I lettori possono guadagnare punti, che possono essere utilizzati per acquistare il posizionamento più importante per i loro commenti alla fine delle notizie, inviando commenti, visitando il sito regolarmente, o spendendo soldi veri. Il giornale vende 880 punti per $ 10. Il prezzo minimo di uno spot promosso è di 15 punti. Interessante, molto interessante.
  • Social TV – Nei primi tre mesi del 2016 Nielsen ha misurato in Italia le conversazioni su Twitter relative a 4.500 programmi televisivi. 16 milioni i Tweet postati da oltre 500.000 autori. Tra gli spunti più interessanti che sono emersi, il dato sul volume delle conversazioni che avvengono nei giorni precedenti o successivi alla trasmissione lineare dei programmi: nel primo trimestre, il 75% dei Tweet relativi ai programmi TV è stato postato durante la finestra temporale Linear [ovvero tre ore prima, durante e tre ore dopo la messa in onda]. La restante parte, ovvero un quarto della Social TV, avviene invece in modalità Non Linear [lontano dalla messa in onda]. Sapevatelo!
  • Snapchat – Gli adolescenti continuano a cambiare opinione su quale sia il social più importante del momento. Se ad inizio 2013 era Facebook ed a fine 2013 Twitter, nel 2014 lo è stato Instagram. Adesso, secondo quanto riportato, per oltre un quarto [28%] e Snapchat. Intanto la social messaging app dismette i replay pagati lanciati a novembre 2015 e dopo il successo della sua funzione di Face-Swap che scambia il viso con qualcun altro nella tua foto o un video, ora permette di fare Face-Swap con le foto dall’archivio fotografico.
  • Digital News Startup – Le startup dell’informazione, gli importati player all digitale che sono nati in questi anni, come Vice Media, BuzzFeed e Vox Media, cambiano il focus delle loro priorità e si danno al medium del 20° secolo per eccellenza: la televisione. Come conclude l’articolo del Financial Times, che fa una panoramica eccellente della situazione, quando si tratta di fare soldi dalle news online i publisher tradizionali e le startup digitali sono al buio insieme. Magra consolazione.

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