Ogni mese quando vengono diffusi i dati ADS delle diverse testate si assiste ad una penosa gara di “celolunghismo” in cui ogni quotidiano gira i dati a proprio favore prendendo un parametro piuttosto che un altro per affermare trionfalmente di essere il primo giornale per vendite. A questo si aggiungono anche alcune testate specializzate che invece delle vendite prendono le diffusioni magari dimenticandosi, diciamo, che esistono, da tempo ormai, anche le copie digitali.
Per provare a fare chiarezza, per quanto possibile, abbiamo preso le vendite, quello che i lettori pagano, sia dell’edizione cartacea che di quella digitale, del febbraio 2016 comparandole con il mese corrispondente dell’anno precedente per i quotidiani nazionali o pluriregionali. Per i quotidiani sportivi sono stati presi i dati relativi alle edizioni non delle lunedì che ADS evidenzia separatamente.
Come mostra il grafico sottostante sono solo tre i quotidiani che sommando le vendite in entrambi i formati crescono: Corsera, Sole24Ore e, seppur di poco, Tuttosport. Sostanzialmente stabili le vendite del quotidiano cattolico Avvenire, in calo tutti gli altri ai quali evidentemente le vendite delle copie digitali non bastano per recuperare il calo della versione cartacea.
È il quotidiano sportivo Corriere dello Sport – Stadio a subire il calo più rilevante con 39.274 copie in meno rispetto al febbraio 2015. Repubblica registra una perdita di ben 33.937 copie, ma anche la Gazzetta dello Sport e la Stampa hanno perdite di circa 20mila copie cadauno.
Infine, si segnala che sia Il Foglio che l’Unità non hanno dati ADS, certamente non un buon segnale di trasparenza considerando che entrambi i quotidiani in passato hanno goduto di contributi pubblici ingenti.
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