Su LSDI.it Bernardo Parrella (bio) traccia un quadro delle modalità con le quali le notizie vengono aggregate e viralizzate da algoritmi automatici, dai giornali online ai social. Parrella parla di «un meccanismo che ci trasforma da semplici lettori in pedine del marketing online» e per larga parte ha ragione, anche se va detto che non necessariamente ciascuno di noi si limita a cliccare notizie che appaiono nel mainstream di facebook, oppure – meglio – siamo soliti utilizzare di frequente twitter, che invece permette sistemi di ricerca più efficaci. Ad ogni modo l’analisi di Parrella è molto interessante anche perché ricca di numerosi link e risorse aggiuntive. Eccola: La censura strisciante di algoritmi social e news pseudo-personalizzate | LSDI.
L’algoritmo che censura le notizie?
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certo, twitter funziona meglio per ricerche manuali e trasparenti, meno invasivo, etc., ci sono altri strumenti minori per sfuggire alla filter bubble e ritrovare la ‘serendipita’ perduta’ (ie:
http://www.chefuturo.it/2014/04/perche-e-importante-imparare-cose-la-serendipita-digitale-per-uninternet-davvero-cosmopolita/), ed altri e’ probabile ne arriveranno, ma il punto e’ che vanno smascherate queste pseudo-manovre opache e dannose per la cultura digitale e la liberta’ personale, ribadire che FB non e’ internet, che G controlla tutto, e quant’altro su temi di cui (soprattutto in italia) troppa gente non si cura o fa finta di ignorare, a tutto vantaggio di manipolatori pubblici e privati….un dibattitto a tutto campo che purtroppo e’ sempre mancato nel bel paese, grazie a tante complicita’ diffuse (media, politici, strutture, e-business, etc.)…thanks per il rilancio 🙂