A seguito della diffusione del documento interno del «The New York Times» buona parte del dibattito si è concentrato sulla morte della home page. Il grafico sottostante, con la giusta dose di sapiente ironia, ne sintetizza i risultati.
Avevo già effettuato un’elaborazione dei dati Audiweb del marzo 2013 per verificare il valore, il peso, dell’home page dei quotidiani italiani, mi è sembrato dunque interessante aggiornarla con i dati ad un anno di distanza, a marzo 2014 [ultimi dati disponibili].
Rispetto ad allora si assiste ad un calo generalizzato dell’incidenza dell’home page sul totale degli utenti unici per tutti i principali quotidiani, con Corriere.it che passa dal 64 al 58%, Repubblica.it dal 61 al 54% e Il Fatto dal 71 al 57%; per citarne alcuni.
Tra le principali testate di cui è disponibile il dato di dettaglio al top Ansa con un peso del 77% e fanalino di coda, anche per l’effetto del peso dell’aggregazione di altri siti, Il Post con solo i 4%.
Ovviamente in termini di pagine viste, quelle che creano reddito, ricavi, l’incidenza è ancora inferiore.
La prima colonna indica il peso in termini di utenti unici, mentre la seconda l’incidenza in termini di pagine viste per ciascuna testata.
Dati Audiweb Marzo 2014 – Elaborazione DataMediaHub
Il valore dell’home page sta nella fedeltà del lettore che vi accede, contrariamente alla maggioranza di coloro che invece arrivano, più o meno casualmente, da motori di ricerca e social.
Ma, anche, l’elaborazione sopra riportata dimostra come siano sempre più i singoli articoli, in funzione delle ricerche e delle condivisioni sui social network, e non la home page, il primo punto di accesso. L’ approccio di Reuters al riguardo è emblematico in tal senso.
E’ necessario ripensare l’home page dei quotidiani online e, soprattutto, ridefinire i criteri di valorizzazione dei contenuti che davvero non possono essere approcciati secondo la stessa concezione del cartaceo.
La concezione di prodotto, che partiva culturalmente dalla prima pagina del giornale cartaceo, parrebbe dunque perdere sempre più valore. Inoltre, nella mia interpretazione, questo aspetto suggerisce come possa essere di gran lunga più interessante valorizzare, vendere, il singolo articolo invece che il quotidiano nella sua integrità basandosi ancora una volta sull’esperienza del cartaceo.
Se voleste effettuare delle sperimentazioni su questo versante con Etalia [*] siamo a disposizione in tal senso.
[*] Disclaimer: Il sottoscritto opera come consulente per Etalia in qualità di digital marketing manager.
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