Il tanto atteso discorso di Berlusconi ha sortito il suo effetto e la boutade sul rimborso dell’IMU ha tenuto banco per tutta la giornata di ieri ed è la notizia principale di apertura di tutti i quotidiani oggi in edicola.
Discorso che è stato accolto prevalentemente con amarezza ed ironia dalle persone su Twitter. Secondo Topsy, strumento tra i più affidabili tra quelli disponibili gratuitamente, l’hashtag #propostashock e stato twittato 20.578 volte sino alla mezzanotte di ieri con un picco di 3644 tweet alle 15:00 e la versione proposta dal PD #propostasciocc ha avuto 3.622 mention con un picco di 583 tweet alle 14:00. Per entrambe le tag uno dei “top tweet” è relativo ad un’immagine che mette assieme i titoli di diversi giornali sulle precedenti promesse, come noto non mantenute, di tagli fiscali da parte del Cavaliere, mentre per il solo #propostashock è l’affermazione di Cetty D., specializzata in satira, che ottiene 651 retweet e 169 favoriti.
Nonostante, come mostra l’immagine sopra riportata, la tag più utilizzata sia stata quella del solo nome di “Mr.B”, i principali giornali online hanno ripreso la questione, ad esclusione di quelli apertamente schierati a favore delle “Berlustories”, neologismo che credo valga la pena di coniare ispirandosi al più famoso advertorials.
Se fortunatamente in questo caso, ad eccezione del «Messaggero» che cita solo i tweet ma non l’autore, viene risparmiato il tweet anonimo il trattamento delle due corazzate dell’informazione online italiana fa riflettere.
In entrambi i casi infatti sia «Il Corriere della Sera» che «la Repubblica» pubblicano una fotogallery di alcuni tweet da loro selezionati. Una scelta che evidentemente non può essere giustificata da difficoltà tecniche nell’embeddare, nell’inserire il tweet originale [e relativo link alla fonte] stante anche le recenti migliorie apportate da Twitter in tal senso create proprio allo scopo.
La fotogallery genera pagine viste, è dunque lampante l’obiettivo di entrambe le testate. Una scelta che non è rispettosa del lettore, degli autori dei tweet e neppure, a mio modo di vedere, degli inserzionisti.
Che sia possibile farlo lo dimostra, se necessario, «La Stampa» che invece, fortunatamente, sceglie una strada diversa pubblicando lo storify dei principali tweet dando un senso editoriale attraverso una selezione ragionata.
La mia “propostasciocc” è quella di adottare, ad esempio, il format realizzato recentemente dal «The Washington Post» in occasione del giuramento di Obama. Proposta di format che ha come sottoprodotto non trascurabile il riconoscimento, finalmente, del giusto credito alle persone e che consente comunque di monetizzare presentando numerosi vantaggi rispetto alle fotogallery. Una base minima di rispetto che dovrebbe essere alla base di una qualsiasi relazione, e dunque anche in quella tra giornali e lettori, persone, dalla quale pare invece, ahimè, alcuni quotidiani italiani abbiano ancora molto da imparare.
“Bonus track” le word cloud, e relativo link al testo integrale, del discorso della discesa in campo e di quello di ieri. Altra informazione che mi pare non venga riportata integralmente dalle testate online. L’informazione credo sia sempre meglio fornirla completa altrimenti se non di parte resta certamente parziale.
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anche Marco Esposito su Blogo fa una cronistoria (no twitt) della “proposta shock”