Il «The New York Times» forte degli ottimi risultati ottenuti dalla versione digitale rilancia con una campagna pubblicitaria tesa ad incrementare ulteriormente gli abbonamenti alla stessa.
Già la variazione dello storico motto del «The New York Times», con le sette parole più famose del giornalismo americano che da “All the News That’s Fit to Print”, che da 115 anni capeggia nell’angolo in alto a sinistra della prima pagina del giornale, si trasforma in “All the News That Was Fit to Print”sono un segno ineluttabile del cambiamento dei tempi e della mutazione del ciclo delle notizie.
La campagna pubblicitaria, che secondo quanto riporta Poynter dovrebbe essere pianificata, tra gli altri, su «New York Magazine», «Gizmodo», «Bloomberg» e «Salon», si concentra su quattro aree di contenuti del quotidiano: politics, invention, creativity e relationships. Tutti e quattro i soggetti puntano sull’esperienza di lettura come chiarisce il claim “Experience the difference between the news. And The New York Times.” teso ad evidenziare la ricchezza multimediale costituita dall’insieme di elementi che il quotidiano statunitense offre.
Come spesso avviene in questi casi, la campagna è associata ad un’offerta promozionale di prova del quotidiano a meno di un dollaro per le prime quattro settimane di abbonamento.
Il tentativo di dare un forte impulso alla readership della versione digitale del quotidiano cercando di mantenere il trend di crescita del primo anno, che di fatto difficilmente potrà confermarsi e che risolve solo in minima parte il problema dei ricavi in ambito digitale come il calo di revenues dalla pubblicità online registrato proprio dal «The New York Times».
Se certamente l’area digitale è in grado di dare un contributo al recupero contributivo del giornale, sin ora, così come per il «Mail Online», si tratta di una goccia nell’oceano che complessivamente fornisce un apporto modesto.
Nonostante lo spunto creativo di vendere l’esperienza al lettore sia molto interessante la strada appare in salita ancora per lungo tempo.
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Parli di “ottimi risultati”. Se però non ho letto male, manca la spaccatura tra lettori e visitatori, per cui si deve sospettare che siano cresciute le visite ma sia diminuita la readership. Anche se il saldo netto è positivo, stiamo mettendo insieme mele con pere, e sappiamo che non hanno lo stesso valore – se non altro in termini di monetizzazione.
Mi pare di poter dire che i risultati siano positivi su vendite e abbonamenti – e dunque readership – E’ sul fronte dei ricavi pubblicitari che non ci siamo.