Un Contributo all’Editoria Online

Le dichiarazioni che il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria Paolo Peluffo ha fornito durante il Festival Internazionale del Giornalismo, nel corso del panel “Dalla carta stampata al digitale: come cambia l’editoria” al quale, tra gli altri, ho presenziato, annunciano a brevissimo la tanto attesa riforma dell’editoria.

Al centro del dibattito la questione relativa ai contributi pubblici alle imprese editoriali con il Sottosegretario che ha confermato l’apertura al finanziamento pubblico anche per le testate on line affermando, tra l’altro, la possibilità di “consentire a tutti di continuare ad avere una parte di contributo pur passando al giornale online, cercando però di definire esattamente cosa vuol dire giornale online, il che non significa solo pubblicare il pdf ma gestione di abbonamenti, possibilità di pagamenti online, dialogo con moderazione verso gli utenti cioè tutte le componenti che danno al prodotto online una sua realtà evolutiva”.

Stimolato da uno stimato professionista del settore che mi ha interpellato direttamente sul tema, augurandomi di non essere fuori tempo massimo, il mio contributo su quali requisiti devono avere le testate online oggetto di sostegno all’editoria.

In ordine sparso, alcuni punti che ritengo debbano essere considerati per il finanziamento alle testate all digital:

  • Finanziamenti alle imprese editoriali stabiliti dai cittadini in base a indicazioni espresse nella dichiarazione dei redditi con un meccanismo simile a quello del cinque per mille.
  • Finanziamento a soglia: si fissa una soglia di sopravvivenza e si interrompe il finanziamento al superamento della soglia.
  • No a finanziamento testate di organi di partito, con i finanziamenti/rimborsi ai partiti attivi, nonostante tutto, sicuramente non c’è bisogno di una duplicazione.
  • Valutazione dell’efficienza della testata in base ad indici che valutino il rapporto tra capitale sociale, capitale circolante [necessario al mantenimento della testata] e numero di risorse professionali impiegate.
  • Espressione di effettiva innovazione nella comunicazione e nella relazione con i lettori, con i cittadini; ad esempio impiego di newsgames.
  • Allocazione di risorse [umane] specifiche per la relazione e la salvaguardia del lettore quali, ad esempio, la figura del difensore del lettore che in molti Paesi  – USA, UK e Spagna – già esiste.
  • Attribuzione di procedure specifiche di controllo di qualità dell’informazione, di fact checking.
  • Mantenimento di tariffe minime nella retribuzione di giornalisti e collaboratori e impiego di risorse gratuite [vd bloggers/blog] per non più del 15% della produzione editoriale.
  • Effettuazione di servizio pubblico, ossia  un complesso di operazioni funzionalmente coordinate, il cui prodotto è rappresentato da utilità che sono poste a disposizione degli utenti, delle persone per il soddisfacimento di bisogni eterogenei e diffusi come, a titolo esemplificativo, l’iniziativa sui pendolari dei treni.
  • Avere entro il primo anno, a 12 mesi dal lancio, almeno 20mila utenti unici nel giorno medio
  • Presentazione di un business plan triennale da presentare per il finanziamento e da aggiornarsi annualmente per il rinnovo del finanziamento stesso.

Sicuramente ne esistono molti altri di natura più tecnica/tecnologica. Io mi sono concentrato su quelli più di natura concettuale, se voleste fornire il vostro contributo lo spazio dei commenti è, come sempre, a disposizione.

Nei prossimi giorni mi concentrerò sulla parte relativa ai contributi all’editoria tradizionale, ai giornali di carta, con particolare riferimento all’informatizzazione delle edicole, elemento indipensabile per la trasparenza dei finanziamenti come ho avuto modo di rimarcare personalmente al Sottosegretario Peluffo ed al Presidente della FIEG Anselmi.

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0 thoughts on “Un Contributo all’Editoria Online

  1. Italia Oggi pubblica stamattina una sintesi del prossimo dl sul finanziamento all’editoria. Dal 1 gennaio 2013 Codice a barre sui giornali, contano solo vendite e abbonamenti. Tracciabilità per i contributi. Cambia anche il sistema abbinamenti cut-price:Il prezzo complessivo di vendita al pubblico dovrà essere superiore almeno del 20% del prezzo di vendita della testata commercializzata con il prezzo più elevato

  2. Io metterei ben in chiaro l’aspetto della retribuzione ai giornalisti. Se tariffe minime vuol dire minimo sindacale previsto dal contratto giornalistico allora ok. Altrimenti si può anche pensare di fare un contratto ad hoc per il web ma poi sorgerebbe il problema delle testate che sono sia cartacee che online. In ogni caso è opportuno capire che la gratuità non fa rima con professionalità

  3. Per i giornali on line, valga su tutti il contenuto e il valore dell’informazione, ciascuno per il settore e per la conoscenza specifica che ha degli argomenti di cui ha padronanza. Questa è la funzione dei giornali on line, rispetto alle testate cartacee giornalistiche italiane, in genere generalistiche e che in prevalenza trattano di futilità e di tematiche volutamente politiche. Le testate on line, in quanto liberi e svincolati dal peso oneroso della carta stampata, producono e diffondono maggiore creatività e innovazione.
    Trovo assurde e improponibili alcune di certe ideologie espresse dall’ignoto estensore dell’ articolo di cui sopra e che riporto integralmente:
    -Finanziamenti alle imprese editoriali stabiliti dai cittadini in base a indicazioni espresse nella dichiarazione dei redditi con un meccanismo simile a quello del cinque per mille.
    – Effettuazione di servizio pubblico, ossia un complesso di operazioni funzionalmente coordinate, il cui prodotto è rappresentato da utilità che sono poste a disposizione degli utenti, delle persone per il soddisfacimento di bisogni eterogenei e diffusi come, a titolo esemplificativo, l’iniziativa sui pendolari dei treni.
    – Avere entro il primo anno, a 12 mesi dal lancio, almeno 20mila utenti unici nel giorno medio

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